Russia/ Putin: Pussy Riot? Dovevano restare a casa a cucinare
Il capo del Cremlino: sentimenti religiosi vanno difesi
Mosca, 25 ott. (TMNews) – Le Pussy Riot in prigione e ora nelle famigerate colonie penali della provincia russa? “Se restavano a casa a cucinare, oppure se andavano in ufficio a lavorare non sarebbero state coinvolte. Ma se viene violata la legge, allora bisogna reagire”: così Vladimir Putin è tornato oggi sulla vicenda delle ragazze condannate a due anni di carcere per aver inscenato una `preghiera punk’ contro di lui nella cattedrale di Cristo il Salvatore, a Mosca. Il presidente russo, che ha ricevuto oggi il Valdai Club, forum di dibattito internazionale organizzato da Ria Novosti e a cui TMNews partecipa, ha difeso il processo a carico di Ekaterina Samutskevich (ora in libertà condizionata), Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina, che invece dopo la conferma in appello sono state inviate in colonie penali note per la loro durezza.
Putin ha ricordato che le tre sono finite alla sbarra dopo una serie di azioni e blitz musicali: “io non le avevo neppure notate – ha detto – ma poi sono andate in chiesa. Se a voi interessa o piace che vengano attaccati i valori morali alla base di una società, prego, ma a noi questo non piace: i sentimenti religiosi vanno difesi”.
Il capo del Cremlino, che ha paragonato l’azione delle tre ragazze a “un’orgia” in un luogo di culto, ha anche puntato il dito contro il “diverso trattamento” di una questione a suo avviso simile. “L’autore del film anti-islamico è in prigione negli Usa, mi par di capire. Va bene, ufficialmente lo è per ragioni diverse, ma non ne parla nessuno. E invece tutti parlano di queste ragazze che hanno offeso i sentimenti religiosi della gente. Bisognerebbe invece avere il coraggio di adottare lo stesso approccio”.
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