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Sicilia/ Casini chiede rottura con Sel, ma Bersani non cambia
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Sicilia/ Casini chiede rottura con Sel, ma Bersani non cambia

Sicilia/ Casini chiede rottura con Sel, ma Bersani non cambia
Vendola irritato col Pd per toni. Fioroni: Bersani inviti Monti


Roma, 29 ott. (TMNews)
– Per Rosy Bindi e Pier Ferdinando Casini il voto siciliano è un “laboratorio”, per Nichi Vendola proprio no e, intanto, Giuseppe Fioroni chiede al leader Pd di “invitare Monti a scendere in campo”. Il voto siciliano regala al centrosinistra e a Pier Luigi Bersani una vittoria importante in una terra solitamente ostile, quella del ’61 a 0′ a favore del centrodestra, ma anche una serie di tensioni e di segnali preoccupanti che pure non sfuggono al quartier generale democratico: l’astensione record, il primato del partito di Grillo nella regione. Inoltre, sul piano prettamente politico Bersani deve fare i conti con Casini che torna a chiedere il ‘divorzio’ del Pd da Sel (richiesta che Bersani respinge) e con un Vendola irritato per il “trionfalismo” dei democratici.

Il leader democratico per ora si gode la vittoria e cerca di far passare tutto il resto in secondo piano: “Per noi sono risultati storici rispetto a una vicenda che dal dopoguerra non ci ha mai visto realmente competitivi e che ora pare dimostrare che si può essere anche vincenti. C’è stato un astensionismo alto ma in mezzo a questo tsunami c’è un punto di tenuta di cambiamento e di riforma che viene riconosciuto al nostro candidato e al Pd”. La vittoria è innegabile, la tenuta è relativa, dipende molto dal termine di paragone che si assume: certamente, il Pd tiene rispetto al Pdl, ma perde voti in valore assoluto rispetto al 2008, quando il partito ottenne 505mila voti. Ora, le cifre non sono ancora definitive, ma rispetto il partito di Bersani dovrebbe ottenere alla fine 250-270mila voti, quasi la metà in meno rispetto a 4 anni fa. Non solo, ma preoccupa anche il dato di Sel, bassisimo, come basso era stato pure a Genova e Milano, nonostante la vittoria dei candidati sindaco del partito.

Casini ne approfitta subito per dire a Bersani che “l’unico antidoto all’antipolitica è un rapporto tra progressisti e moderati, un rapporto che metta al bando estremismi, populismi… Idv e Sel che non hanno nemmeno raggiunto la soglia per essere rappresentati”. Sel reagisce definendo “imbarazzante” il trionfalismo, quello di Casini ma anche quello di Bersani. Spiega un dirigente del partito di Vendola: “Il Pd è al 13%, Grillo è il primo parito. Vincono per deflagrazione dell’avversario…”. Bersani, per ora, respinge al mittente le richieste di Casini, il leader Pd non ha intenzione di scaricare Vendola: non ci dice Casini con chi ci dobbiamo alleare, è il pensiero del segretario.

(segue)

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