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Primarie Pdl/ Vertice teso, Berlusconi dice nì ma si smarca
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Primarie Pdl/ Vertice teso, Berlusconi dice nì ma si smarca

Primarie Pdl/ Vertice teso, Berlusconi dice nì ma si smarca
Verso modello Usa. Ma Cav contatta Samorì per nuova lista


Roma, 7 nov. (TMNews)
– E’ stato un pomeriggio infernale, quello vissuto dal gotha berlusconiano a Palazzo Grazioli. Sul tavolo della residenza romana dell’ex premier c’è la bozza delle primarie. E’ la riunione decisiva, la cabina di regia del berlusconismo raccolta nell’ufficio del Cavaliere per decidere il destino del partito. C’è Silvio Berlusconi, che di primarie preferirebbe non sentire parlare e cerca di far saltare il tavolo. E c’è Angelino Alfano, ‘aggrappato’ a consultazioni che, se saltassero, annienterebbero la segreteria. Ci sono due big berlusconiani come Gianni Letta e Fabrizio Cicchitto e c’è Denis Verdini, che un po’ media e un po’ sostiene il Cavaliere e i suoi dubbi su queste strane primarie del Pdl.

E’ un summit tesissimo. I ‘custodi’ delle primarie cercano di difenderle a ogni costo, nonostante le resistenze del Cav. Berlusconi non vorrebbe celebrarle. Le considera inutili, dannose, frutto di vecchie logiche, costose. E a rischio flop. Alfano ascolta, prova a far ragionare il Capo, gli ribadisce che si tratta dell’ultima spiaggia per la sua segreteria. Il castello non reggerebbe alla cancellazione di un evento già annunciato, né all’ennesima inversione a U del leader. La trattativa si fa tesa, Verdini media e porta tutti ad accettare (almeno per ora) una mediazione al ribasso. Le primarie si possono celebrare ma in una versione light del modello americano: assemblee provinciali che di fatto diluiscono il dato dell’affluenza, evitando imbarazzanti paragoni con il Pd. E convention finale, molto a ridosso delle elezioni.

Al Cavaliere giurano che così saranno consultazioni depotenziate, annacquate. Gli strappano a fatica un placet che i più interpretano come un ‘fate pure, ma io non voglio saperne niente’. In realtà a sera le primarie del Pdl ancora traballano, visto che il tavolo delle regole slitta alle 20 e l’Ufficio di presidenza in agenda per domani non risulta ancora convocato. Pesano anche le perplessità di chi, come molti degli ex An, considerano il sistema partorito dall’incontro di Grazioli troppo ‘leggero’, quasi inconsistente.

Tutte le strade, al momento, restano aperte. Si decide ora per ora. Soprattutto per Berlusconi. Il Cavaliere continua a minare il cammino delle primarie e nel frattempo compie decisi passi nella direzione dello smarcamento. Si vocifera di un incontro – forse oggi, forse nei prossimi giorni – con il banchiere emiliano Gianpiero Samorì, il banchiere emiliano che secondo Vittorio Sgarbi potrebbe anche competere alle primarie. A lui – viene riferito – l’ex premier avrebbe affidato una struttura parallela, pronta ad affiancare il Pdl. Con lui potrebbe varare una lista di personaggi ‘apolitici’ e legati al mondo dell’impresa. Senza escludere anche il battesimo per un altro soggetto, una nuova piccola FI da legare con un’intesa elettorale a un Pdl ridotto a bad company. Si tratterebbe di un boicottaggio politico in piena regola, magari aggravato dal ritiro dalla corsa delle primarie di due berlusconiani doc come Santanché e Galan.

Solo ipotesi, per il momento. Ma il clima resta infuocato.I dubbi crescono. Ma anche in chi aveva proposto primarie on line per superare lo stallo. Tutti temono lo smarcamento dell’ex premier, tutti guardano con preoccupazione all’ufficio di presidenza di domani. Sempre che alla fine si tenga davvero.

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