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Elezioni/ Monti va al Colle e media tra partiti, ipotesi marzo
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Elezioni/ Monti va al Colle e media tra partiti, ipotesi marzo

Elezioni/ Monti va al Colle e media tra partiti, ipotesi marzo
Ci ‘ragiona’ anche Napolitano. Ma difficile decisione già domani


Roma, 15 nov. (TMNews)
– Una telefonata e un colloquio con Giorgio Napolitano, intervellati da contatti con i tre segretari dei partiti di maggioranza ma anche con Gianni Letta. Mario Monti prova a mediare sulla data delle elezioni, cerca di capire quali margini ci siano per garantire al governo una conclusione ‘serena’ della sua attività, senza accelerazioni improvvise che rischiano di compromettere il lavoro fatto. Ma per ora non si è arrivati a conclusioni definitive, tanto che difficilmente domani il Consiglio dei ministri farà più che discutere della questione. Mentre si rafforza l’ipotesi di una mediazione sul voto ‘accorpato’ a marzo.

Il capo dello Stato del tema dice di non voler parlare, ma sottolinea come “non si può giocare con il rischio fallimento dello Stato”. Un appunto che in molti leggono come un richiamo a non fare scherzi sulla legge di stabilità. E del resto, anche nel colloquio con Monti si sarebbe convenuto che prima di ogni ipotesi di voto il governo dovrà avere concluso i provvedimenti economici ancora in ballo. E poi che si arrivi ad una riforma della legge elettorale, non fosse altro che per rispettare la sentenza della Consulta sulla soglia per il premio di maggioranza. E poi resta la volontà di Napolitano di non essere lui a nominare il futuro governo.

Concetti che Monti avrebbe ripetuto ai suoi interlocutori della maggioranza, cercando di capire come arrivare ad una soluzione che tenga insieme le diverse esigenze. Dopo di che, il colloquio faccia a faccia con Napolitano. Al termine del quale dal Quirinale fanno sapere che “si sta ragionando sulla situazione”. Ovvero “cosa c’è da fare, come lo si fa, in quanto tempo”. Frase che fonti parlamentari leggono come una disponibilità del Colle a valutare appunto l’election day a marzo, visto che fino a ieri la linea era invece quella di ribadire la nota del 3 novembre, quando il capo dello Stato fece sapere che “negli ambienti del Quirinale non si coglie il senso del parlare a vuoto di elezioni anticipate non essendone presentate le condizioni e non emergendo motivazioni plausibili”.

Ora invece le indicazioni che arrivano dal Colle fanno appunto pensare ad una disponibilità a valutare un anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura, che girerebbe intorno all’ipotesi di mediazione che sta prendendo corpo dopo i contatti tra Monti e la maggioranza in base alla quale – sintetizza una fonte di governo – l’esecutivo avrebbe la tranquillità per portare a termine i suoi compiti, e più tempo per continuare a gestire il complicato dossier europeo; il Parlamento avrebbe il tempo di fare una legge elettorale, che oltre alla soglia per il premio di maggioranza preveda anche un premio di governabilità intorno al 10% per venire incontro alle richieste del Pd; il Pdl eviterebbe il ‘doppio turno’ regionali-politiche che viene considerato letale per il partito; si risparmierebbero i costi e i rischi di astensionismo connessi a due votazioni a distanza di poche settimane. Ovviamente se il Consiglio di Stato domani dovesse accogliere il ricorso di Renata Polverini contro la sentenza del Tar che impone il voto nel Lazio in tempi più brevi.

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