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Alfano 'vede' election day e esulta. Ma Cav resta falco
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Alfano ‘vede’ election day e esulta. Ma Cav resta falco

Alfano ‘vede’ election day e esulta. Ma Cav resta falco
Segretario si impegna su modifiche Porcellum.Ma Cav attacca Monti


Roma, 16 nov. (TMNews)
– Angelino Alfano ci mette più o meno cinque nanosecondi e 140 battute per mostrare la sua soddisfazione. Ca va sans dire, su Twitter. “Ok il comunicato Quirinale. Si va verso l’election day, prevale buonsenso, prevalgono le nostre buone ragioni. Risparmiati 100 milioni”. Il segretario 2.0 abusa forse un po’ della sintesi imposta dal mezzo. Perchè Giorgio Napolitano, al termine di un incontro di oltre due ore con Mario Monti, Renato Schifani e Gianfranco Fini, ha detto che “l’affannoso succedersi” di tornate elettorali è “sconsigliato”, indicando nella data del 10 marzo quella più “appropriata” per aprire le urne in Lombardia, Lazio e Molise. Ma ha anche sottolineato che andranno varate prima la legge di bilancio e di Stabilità, preferibilmente accompagnate da una conclusione “altamente auspicabile” dell’iter di modifica della legge elettorale.

Appunto, il casus belli su cui da mesi si va avanti per stop and go. Sul Quirinale ancora una volta Renato Schifani si sarebbe impegnato a una prosecuzione dell’esame in Senato in tempi ristretti, con l’approdo del testo in Aula entro novembre. Parole che pesano non solo perchè pronunciate dal numero uno di palazzo Madama, ma anche perché scandite da un alto esponente di una consistente parte del Pdl, quella cioè legata al segretario. D’altra parte, nei contatti avuti in questi giorni anche il solito ‘mediatore’ Gianni Letta avrebbe dato rassicurazioni a nome del partito sull’intenzione di fare la riforma. Ed è pur vero che Denis Verdini ha continuato a rimanere in contatto anche oggi con lo ‘sherpa’ del Pd, Maurizio Migliavacca.

Eppure su tutto questo quadro, e al netto del carico di buone intenzioni, pesa come un macigno Silvio Berlusconi. E’ stato lui, questa mattina, approfittando di una ribalta tutt’altro che politica come il ritiro del Milan, a buttare lì ai cronisti sbalorditi la notizia dell’incontro serale tra le quattro più alte cariche dello Stato proprio per discutere dell’election day. Informazioni che di solito vengono diramate in ambiti istituzionali – per lo più da parte del Quirinale stesso – e non certo su un campo di calcio. Tanto che sul Colle la circostanza non sarebbe stata affatto gradita. Ed è un fatto anche che, mentre a tutti i livelli si lavorava a una mediazione per evitare lo scontro sulla data di elezioni regionali e politiche, il Cavaliere ha attaccato Monti per i risultati “disastrosi” di un anno di governo. Roba da campagna elettorale.

L’ex premier, infatti, avrebbe comunque preferito il voto unico a febbraio. Circostanza che avrebbe reso vane quelle primarie tanto volute da Alfano quanto osteggiate da lui. I tempi della consultazione che dovrebbe incoronare il segretario, comunque, a questo punto si contraggono e non è quindi detto che la ristrettezza dei tempi non costringa a ‘ridimensionarle’. Ma chi ha avuto modo di parlargli nelle ultime ore, ha ascoltato un Berlusconi poco propenso a trattative al ribasso sul Porcellum: meglio tenerselo, sarebbe dunque il ragionamento. Magari intervenendo soltanto sulla questione della soglia (al 40%) come indicato dalla Consulta. Dalle parti di Arcore dunque non si esclude che, di fronte a un impasse sulla legge elettorale e a eventuali resistenze del Colle su un voto anticipato, sarà lo stesso Cavaliere a far saltare il tavolo.

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