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Primarie Pdl/ Alfano spera 4-5 competitor,Cav punta dietrofront
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Primarie Pdl/ Alfano spera 4-5 competitor,Cav punta dietrofront

Primarie Pdl/ Alfano spera 4-5 competitor,Cav punta dietrofront
In tutto 16 i candidati (per ora). C’è anche Giorgia Meloni


Roma, 19 nov. (TMNews)
– Non le ha mai volute. E certo non ha cambiato idea adesso. Anzi. Ora che le primarie del Pdl cominciano a prendere forma la convinzione di Silvio Berlusconi che siano “inutili” e “dannose” si è, semmai, rafforzata. Ma tant’è. Angelino Alfano insiste che si tengano, anche adesso che il probabile election day dell’11 marzo rende “tecnicamente impraticabile” l’importazione del modello americano e costringe il partito a elaborare – parole sue – una “nuova modalità”. E così, dopo il teso ufficio di presidenza dell’ultima volta, il Cavaliere continua manifestare le sue perplessità a destra e a manca, a remare contro, ad auspicare che sia lo stesso segretario a chiudere la questione rendendosi conto che – visto anche il rischio flop – a questo punto farle non avrebbe più senso.

Al momento, tuttavia, l’ex Guardasigilli sembra intenzionato ad andare avanti. Anche se la competizione si sta facendo alquanto affollata. Anche se, dopo giorni a rimuginare e a dispetto delle pressioni dei suoi colleghi ex An che hanno deciso di legare le loro sorti al trionfo del segretario, oggi anche Giorgia Meloni ha sciolto la riserva e deciso di candidarsi. Al momento i ‘competitor’ sono 16. L’elenco ufficiale sarà fornito dal partito domani anche perché per presentare le domande c’è tempo fino alla mezzanotte di oggi. Ma ciò che già si sa è che, oltre a cinque outsider e ai due candidati di cui sopra, hanno sottoscritto la loro disponibilità a partecipare alla gara: Giancarlo Galan, Gianpiero Samorì, Daniela Santanchè, Guido
Crosetto, Alessandro Cattaneo, Vittorio Sgarbi, Alessandra
Mussolini, Michaela Biancofiore e Alfonso Luigi Marra.

Candidature che, però, potranno diventare definitive soltanto domenica alle 12, deadline entro la quale – come da regolamento – gli aspiranti dovranno presentare le 10mila firme necessarie, pena l’invalidità. Inevitabile che ci sia una decimazione, ma la speranza di Alfano è che alla fine si arrivi a non più di 4-5 competitor, così come accade nel campo avverso del centrosinistra. Di fronte alla carica dei candidati, il segretario cerca di fare buon viso a cattivo gioco e assicura che “sarà una gara di idee, non una fiera delle vanità”. Ma il rischio che la competizione da lui così ‘fortissimamente’ voluta (sempre che si faccia) gli si ritorca contro, esiste. Perchè vincere, ma con una percentuale risicata (secondo Mario Landolfi dovrebbe essere non meno del 50%) lo renderebbe un candidato premier piuttosto debole.

Di certo, viene poi spiegato, l’ex Guardasigilli avrebbe preferito non trovarsi in competizione con Giorgia Meloni. Non è solo un problema di conta interna ma anche, in un certo senso, di ‘target’. Potrebbe diventare molto difficile per lui – è il ragionamento che viene svolto – presentarsi come promotore del rinnovamento, quando dalla propria parte si hanno tutti i nomi forti della ‘nomenclaura’ pidiellina, mentre contro si hanno esponenti come l’ex ministro della Gioventù, il leader dei Formattatori Alessandro Cattaneo e un ‘bastiancontrario’ come Guido Crosetto.

Né pare un caso che tra i candidati alle primarie ci siano molti fedelissimi dell’ex presidente del Consiglio. A più di uno sarebbe infatti bastata una parolina del Cavaliere per decidere di rinunciare. Ma evidentemente in cima ai pensieri di Berlusconi non c’è quello di agevolare il cammino di Angelino Alfano. Un tale affollamento di candidati insieme al ‘contingentamento’ dei tempi – è piuttosto la sua speranza – potrebbero diventare un deterrente allo svolgimento della competizione. Ed è anche facendo la somma di questi ragionamenti, più volte ribaditi da Berlusconi, che nel partito non si esclude che il Cavaliere finirà per annunciare la sua candidatura a premier annullando di fatto le primarie. L’ex presidente del Consiglio – spiegano però i suoi – sta ancora valutando, soppesando le variabili: chi vincerà le primarie del centrosinistra? Quale sarà la legge elettorale? E poi – ovviamente – pesa l’esito dei processi. Il tema potrebbe essere nuovamente affrontato in un Ufficio di presidenza che molti considerano probabile per mercoledì, che però al momento non è ancora convocato.

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