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Primarie cs/ 1,5 mln già registrati, Bersani 'vede' traguardo
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Primarie cs/ 1,5 mln già registrati, Bersani ‘vede’ traguardo

Primarie cs/ 1,5 mln già registrati, Bersani ‘vede’ traguardo
Il leader Pd potrebbe farcela già domani


Roma, 24 nov. (TMNews)
– Un milione e mezzo, è questo il numero che fa sorridere Pier Luigi Bersani alla vigilia del primo turno delle primarie: tanti sono gli elettori che si sono pre-registrati per votare domani. Una cifra abbondamente superiore a quel milione che lo staff bersaniano si era posto come obiettivo per avere una ragionevole possibilità di spuntarla già al primo turno. Oggi è stato il responsabile organizzazione Nico Stumpo ad annunciare il traguardo e a questo punto l’ipotesi di chiudere la partita già domani sera diventa più di una speranza, anche se ufficialmente nessuno dello staff del segretario vuole sbilanciarsi.

Il motivo del crescente ottimismo al quartier generale democratico è presto spiegato: tutti gli ultimi sondaggi attribuiscono a Bersani circa il 45% dei voti, la rilevazione Tecné diffusa oggi pomeriggio accredita il segretario del 47%. Ma i sondaggi vanno anche interpretati: come spiega un dirigente democratico bersaniano, “nei campioni usati sono comprese anche persone che poi, alla fine, non andranno davvero a votare alle primarie, mentre la stragrande maggioranza delle pre-registrazioni è frutto della nostra mobilitazione sul territorio, sono persone che si sono iscritte spinte da tutti noi che abbiamo lavorato in questi giorni. Persone che voteranno per Bersani, perché questa è l’indicazione che diamo”. Non solo, ma “anche molti di quelli che ad un sondaggio telefonico rispondono ‘Renzi’ o ‘Vendola’, poi vanno ai seggi sollecitati da noi”. E’ chiaro che anche i renziani hanno fatto altrettanto, ma tra i militanti e i dirigenti Pd Bersani non ha rivali. Insomma, se nei sondaggi il segretario è al 45%-47%, nei voti veri la percentuale dovrebbe essere più alta e il traguardo del 50% già al primo turno non appare un miraggio.

Non è certo un caso che Matteo Renzi abbia oggi lanciato un
appello: “Votate per chi vi pare, ma votate. Potete votare anche
se non vi siete pre-registrati”. Il sindaco di Firenze sa bene che il suo risultato è legato soprattutto al voto ‘di opinione’, elettori magari non necessariamente del Pd o del centrosinistra, che però se andassero ai gazebo sceglierebbero lui. “Le regole – ha detto Renzi – hanno ristretto la partecipazione e hanno indotto persino l’idea che per votare bisognasse essere iscritti al partito”. Per Renzi, in realtà, potrebbe essere sufficiente un buon secondo posto e, anzi, molti sono convinti che lo stesso sindaco di Firenze preferisca non vincere: un suo successo adesso scatenerebbe davvero il gruppo dirigente storico del partito e, comunque, la corsa verso palazzo Chigi sarebbe assai problematica con mezzo Pd che rema contro. Al contrario un ottimo secondo posto gli garantirebbe un’ipoteca in vista del prossimo congresso, senza contare che quando la prossima legislatura terminerà Renzi avrà 43 anni.

Chi è molto preoccupato è Nichi Vendola, il leader di Sel era
poco convinto fin dall’inizio di queste primarie e i sondaggi di
queste settimane dimostrano che le perplessità erano fondate: il
confronto sui media è stato soprattutto tra Bersani e Renzi e il
risultato è che il Pd è cresciuto oltre il 30% nei sondaggi,
mentre Sel perde colpi. Vendola non ha nemmeno apprezzato che
ieri Bersani abbia detto che voterebbe Renzi in un ipotetico
ballottaggio tra il sindaco di Firenze e il leader di Sel. Una
frase che Vendola ha interpretato come un invito al ‘voto utile’
lanciato proprio ai potenziali elettori del governatore della
Puglia. “Bersani – ha attaccato Vendola – in questi giorni ha
mantenuto ispirazioni nobili, ma sempre contraddittorie. Lo vedo
costretto a contorsioni logiche e culturali per non prendere
posizioni nette e chiare sui temi più importanti”.

Lui, il leader Pd, evita invece polemiche con gli sfidanti. I
sondaggi lo rassicurano e ancor di lo rincuora l’alto numero di
pre-registrati. L’ultima giornata di campagna elettorale Bersani
l’ha passata in Liguria, prima rendendo omaggio al paese di
Sandro Pertini (“Ci ha indicato la strada del coraggio”) e poi
parlando già da candidato premier: “Governare non sarà rose e
fiori, ci vuole consapevolezza dell’enorme responsabilità che
abbiamo. Le mie parole d’ordine saranno ‘moralità e lavoro’. Se
scelgono me mi scelgono perché io dove sono stato ho sempre
cambiato, non ho mai lasciato le cose come le ho trovate”.

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