Wikileaks/ Manning cerca di evitare il carcere
I legali della talpa di WikiLeaks: “Già punito abbastanza”
New York, 27 nov. (TMNews) – Bradley Manning, il soldato americano arrestato nel 2010 con l’accusa di aver trasmesso informazioni segrete a Wikileaks, cerca di evitare il carcere sostenendo di aver subito punizioni già abbastanza dure nei mesi trascorsi in prigione in attesa del processo. Nel corso di questa settimana, da martedì a domenica, Manning sarà interrogato nel tribunale della della base di Fort Meade, in Maryland, dove intende denunciare – secondo la Nbc – i maltrattamenti subiti mentre scontava la reclusione preventiva in una cella della base della marina militare di Quantico, in Virginia.
Nel corso dei circa nove mesi trascorsi a Quantico, il soldato 24enne ha dichiarato di essere stato costretto a dormire nudo diverse notti, recluso in isolamento, obbligato a rispondere alle domande delle guardie ogni cinque minuti. Secondo I suoi legali si tratterebbe di una punizione illegale, e pertanto Manley potrebbe fare appello alla Corte per vedere annullata, o quantomeno ridotta, la pena. Sul soldato, al momento, pendono 22 capi d’accusa: se il giudice accogliesse il più grave, quello di aiuto al nemico, il soldato potrebbe essere condannato al carcere a vita.