Diffamazione/ Sallusti scortato a domiciliari, Giornale: vergogna
“Tornerò a lavorare in redazione”
Roma, 1 dic. (TMNews) – “Tornerò qui a lavorare, così mi metteranno in carcere. La mia è una battaglia per tutti, non sono entrati al ‘Giornale’: ma sono entrati nei giornali”. Così Alessandro Sallusti secondo Tgcom. Gli agenti della Digos arrivati alla sede del Giornale hanno scortato il direttore nella sua abitazione perché sconti ai domiciliari la condanna a 14 mesi per diffamazione. Questa mattina, Sallusti era arrivato a via Gaetano Negri a Milano per tenere come al solito la riunione di redazione “in attesa della polizia” come recitava un altro tweet della testata. Le telecamere di Tgcom erano sul posto per riprendere in esclusiva gli eventi (il link è poi stato diffuso via mail): il direttore saluta i redattori ed entra, scortato, in ascensore.
Gli agenti della Digos e del Commissariato centro della questura “hanno accompagnato” il direttore nella sua abitazione, dovè dovrà scontare la condanna a 14 mesi per diffamazione.
Sallusti è stato condannato per un articolo pubblicato su “Libero” ai tempi in cui era direttore. Ieri era arrivato il via libera del magistrato di sorveglianza che aveva accolto la richiesta della procura milanese di applicare la detenzione domiciliare a casa Santanché, la compagna di Sallusti. Lui, irremovobile, ha continuato a rifiutare gli arresti domiciliari, chiedendo al procuratore del capoluogo lombardo, Edmondo Bruti Liberati, di “prendersi la responsabilità di mandarmi in carcere” e di “applicare la pena che mi è stata erogata”.