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Camorra/ Clan Casalesi imponeva neomelodici a feste e tv
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Camorra/ Clan Casalesi imponeva neomelodici a feste e tv

Camorra/ Clan Casalesi imponeva neomelodici a feste e tv
Nel Casertano eseguite 12 ordinanze cautelari


Napoli, 1 dic. (TMNews)
– Imponevano a ristoratori, organizzatori di comitati per feste patronali o di piazza e titolari di emittenti televisive locali l’ingaggio di cantanti neomelodici per prestazioni canore il cui compenso veniva solo in parte devoluto all’artista, dal momento che l’incasso era destinato in larga parte alle casse del clan o ai singoli affiliati. E’ emerso anche questo nel corso delle indagini che, all’alba, hanno portato all’esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare, 10 in carcere e due ai domiciliari, nei confronti di altrettanti esponenti del clan dei Casalesi-fazione Schiavone. L’operazione, eseguita dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. I reati contestati agli indagati sono, a vario titolo, associazione di tipo mafioso, estorsioni, porto e detenzione illegale di armi da fuoco e cessione di sostanze stupefacenti, tutti aggravati dalla finalità mafiosa.

Numerosi i neomelodici `imposti’ nelle feste o in tv: oltre alla compagna dell’arrestato Gaetano De Biase, Rita Ferrara in arte Ida D’Amore, ci sono Franco D’Amore, cugino di Rita, Nico Desideri, Ciro Riggione, Nico D’Ambrosio, Tony Calice, Mauro Landi, Flavio Marino e Giovanna Romano.

Nel corso delle indagini, che hanno trovato riscontro nelle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, è stato anche accertato che molti degli destinatari dei provvedimenti cautelari, capeggiati da Gaetano De Biase e Pietro Falcone, non si limitavano a imporre le tangenti con il metodo `classico’, ma costringevano anche i titolari di attività commerciali ad acquistare gadget pubblicitari come calendari, agende, penne e accendini a un prezzo superiore a quello di mercato. Il rincaro, rispetto all’ordinaria fornitura, era di circa il 150% consentendo al clan, nel solo periodo natalizio, di far rimpinguare le casse dell’organizzazione criminale dai 150mila ai 200mila euro. (segue)

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