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Siria/ Domani vertice Nato, colloqui su armi chimiche e Patriot
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Siria/ Domani vertice Nato, colloqui su armi chimiche e Patriot

Siria/ Domani vertice Nato, colloqui su armi chimiche e Patriot
Ministri Esteri a Bruxelles. Ankara attende ‘sì’ per intercettori


Roma, 3 dic. (TMNews)
– I rischi legati all’eventuale ricorso ad armi chimiche da parte del regime di Damasco e il rafforzamento delle capacità difensive della Turchia, con il dispiegamento di missili Patriot al confine con la Siria, saranno i principali temi in discussione alla riunione dei ministri degli Esteri della Nato, domani e mercoledì a Bruxelles. Da Ankara, infatti, si attende il via libera dell’Alleanza atlantica dopo la richiesta formulata il 21 novembre scorso: un semaforo verde che, secondo fonti diplomatiche, potrebbe già arrivare durante il primo giorno di lavori, quando gli incontri formali e informali saranno dedicati proprio alla crisi siriana.

L’ultimo vertice Nato del segretario di Stato americano Hillary Clinton si annuncia particolarmente delicato. Lo spostamento di armi chimiche deciso dal regime siriano preoccupa non poco gli Stati Uniti e i suoi alleati. Da Praga, dove si trova in visita, il capo della diplomazia di Washington ha inviato “un serio avvertimento” a Bashar al Assad: sarà ritenuto diretto “responsabile” dell’eventuale uso dell’arsenale chimico contro il suo stesso popolo. Parole che risuonano insieme come un segnale di allarme e una conferma del crescente isolamento del presidente siriano.

Gli Stati Uniti, i suoi alleati della Nato e l’Unione europea stanno rafforzando sempre più il loro sostegno alle forze di opposizione in Siria. Anche l’Italia è “fortemente impegnata a sostenere questo processo di costruzione di un’alternativa al regime”, ha detto il ministro degli Esteri Giulio Terzi, che parteciperà ai lavori dell’Alleanza a Bruxelles. Di certo, ha sottolineato una fonte diplomatica, “si tratta di un dossier molto complesso: i paesi occidentali si rendono conto che se non sosterranno sin da ora i combattenti (di opposizione, ndr), rischiano di non avere alcuna influenza su di loro nel momento in cui il regime di Assad cadrà”.

(segue)

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