Pdl aspetta ancora Godot. Vertice con Cav non basta,domani bis
Berlusconi non svela suoi ‘piani’. Su election day attesa Cdm
Roma, 5 dic. (TMNews) – Nel Pdl ormai sempre più in crisi di identità e di nervi può succedere anche che al termine di tre-ore-tre di vertice ci vogliano due-ore-due per emettere un comunicato che è un capolavoro di equilibrismo e di vaghezza. Si sottolinea, è vero, la necessità di un “rilancio” in nome dell’unità del partito, che di questi tempi non può essere dato per scontato. Ma non una parola definitiva sulle primarie (ancora formalmente convocate per il 16 dicembre) né sulla minaccia di far cadere il governo se non dovesse concedere l’election day, brandita appena quattro giorni fa dal segretario. Quanto alla legge elettorale, che giace in Senato in attesa anche che il Pdl prenda una posizione definitiva, il massimo che viene messo nero su bianco è la scelta di una “linea costruttiva” che mira a una riforma basata su “meccanismi equilibrati”. Men che meno, poi, si risponde all’annosa questione: Silvio Berlusconi ha deciso di candidarsi per la sesta volta a premier?
I nodi, dunque, rimangono quasi tutti da sciogliere, tanto che la riunione tra il Cavaliere e lo stato maggiore del partito è stata aggiornata a domani alle 13.30. Quando, tra l’altro, si spera che il Consiglio dei ministri abbia già lanciato un segnale a favore dell’election day, magari fissando le consultazioni per Molise e Lombardia all’11 marzo. Altrimenti la minaccia di crisi di governo potrebbe essere rispolverata.