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Editoria/lo Svizzero Nzz rafforza online, da noi avanza Lettera43
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Editoria/lo Svizzero Nzz rafforza online, da noi avanza Lettera43

Editoria/lo Svizzero Nzz rafforza online, da noi avanza Lettera43
Chiuso il Financial Times Deutschland, non faceva profitti


Menaggio, 12 dic. (TMNews)
– “Endlich Schwarz” (Finalmente nero): questo è il titolo a tutta pagina usato dal Financial Times Deutschland (Ftd) per il suo ultimo numero apparso in edicola il 7 dicembre scorso. L’esperienza dell’edizione tedesca del quotidiano della City è durata quasi 13 anni e l’annuncio della sua chiusura è stato fatto il mese scorso. Di fronte alla crisi della carta stampata, c’è chi reagisce rafforzando l’online, come la Neue Zuercher Zeitung, il quotidiano più rinomato della Svizzera, o chi, come Lettera 43, porta avanti la conquista dei lettori virtuali.

I giornalisti del Ftd, di cui è stato chiuso anche il sito online, hanno scritto un singolare testamento, intitolato “Ciò che resta importante”, e spiegato ai lettori il perchè della loro repentina scomparsa: “Eravamo differenti – scrivono nelle loro ‘ultime volontà’ – freschi, impertinenti, spesso irriverenti, alle volte rumorosi. Per dodici anni abbiamo tentato di guardare l’economia da un altro punto di vista, che fino ad allora in Germania non c’era”. In concreto il Ftd, un giornale economico finanziario fatto molto bene, non produceva guadagni.

Secondo Claudia Burkhardt, giornalista politica del secondo canale tedesco Zdf e coordinatrice dell’incontro dei giornalisti di Italia e Germania al centro culturale Villa Vigoni che si è concluso ieri sera, la chiusura del Ftd “è un segnale del corso del giornalismo” odierno, tanto quanto la (lunga) crisi del quotidiano progressista Frankfurter Rundschau, perchè più della carta stampata è il giornalismo stesso ad essere in crisi. Con l’avvento di internet e il forte calo della vendita di copie e pubblicità, una nuova formula, che anticiperà lo sviluppo del mercato – ha proseguito Burkhardt – potrebbe essere quella lanciata dalla Nzz, la quale ha proposto di ridurre i numeri della carta stampata e di puntare sull’edizione online, con un abbonamento che comprende i primi 20 articoli gratuiti.

In Italia invece si è confermato vincente l’esperimento avviato da Paolo Madron nell’ottobre 2010 con Lettera 43, unico quotidiano indipendente, partorito direttamente dalla rete, e che nel suo genere si afferma come il sito di informazione più letto. Con turni estenuanti suddivisi tra circa 30 giornalisti e tanti collaboratori volonterosi, Lettera 43 non si propone come un “contenitore di lanci di agenzie”, bensì come un “vero giornale che alla cronaca unisce l’approfondimento, da fare al massimo entro le 2/3 ore dall’arrivo della notizia”, ha spiegato Gea Scancarello, caporedattrice degli Esteri e relatrice all’incontro sul Lago di Como.

Di fronte all’angoscia dei colleghi più anziani, secondo i quali il giornalista online rischia di perdere la sua “professionalità”, con l’obbligo di diventare “cross mediale” (dove, oltre alla scrittura di testi, gli è richiesta anche la capacità di fare foto, video o mettere online le foto-gallery), Scancarello, poco più di trent’anni, ha risposto: “Si tratta di una sfida, soprattutto per la generazione di 30-40enni, che certo non potranno permettersi i privilegi goduti dalla categoria in passato”.

Nel giornalismo del futuro si preannuncia anche la creazione di una “redazione orizzontale”, con le note gerarchie (caposervizio, caporedattore, etc.) sostituite da 3 o 4 “punti decisionali”, secondo la relatrice.

Per l’ex corrispondente della Rai a Bonn, Salvo Ricci Mazzolini, tra i soci fondatori dell’incontro a Villa Vigoni, questa “velocizzazione sta distruggendo il giornalismo”, come spesso dimostrano i “commenti a caldo” fatti dalle tv all-news che si riducono in “ovvietà”, mentre per il corrispondente della Rai a Berlino, Marco Varvello, un punto chiave della questione restano “le condizioni di lavoro” dei colleghi che si ritrovano a fare tutto. Il giornalismo online è ancora nella “fase della prima infanzia”, ha commentato Thomas Schmid, direttore editorale della Welt (gruppo Axel Springer) e con esso ancora non si guadagna, tanto che gli utili della carta stampata vengono usati per i giornali virtuali.

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