Berlusconi chiude a Monti federatore e frena voto a febbraio
Cav: Torno per vincere. Incidente con Ppe. E pretende spazio tv
Roma, 18 dic. (TMNews) – Tutto in una trasmissione. Lunga, lunghissima, perché la registrazione della puntata di Porta a Porta dura oltre 120 minuti. Intensa, perché Silvio Berlusconi parla tantissimo. Ma l’elemento che più stupisce è l’evoluzione del ragionamento dell’ex premier nel corso della puntata. Prima possibilista sull’unità dei moderati nel nome di Mario Monti, poi pronto a giocare a carte scoperte quando gli leggono le durissime dichiarazioni di Pier Ferdinando Casini, che naturalmente chiudono all’ipotesi di un unico contenitore montiano. Lì Berlusconi cambia registro, archivia uno schema già considerato dagli osservatori irrealizzabile e rilancia sulla sua candidatura alla guida del Pdl in vista delle Politiche. Poco prima il Fondatore aveva trovato anche il modo per litigare con il Presidente del Ppe Martens, provocando un incidente `diplomatico’ tutto interno alla famiglia del popolarismo europeo.
Lasciando per un attimo da parte le tensioni interne ed internazionali provocate dalla nuova performance televisiva del Cav – la quinta consecutiva negli ultimi cinque giorni, domani è previsto anche il sesto capitolo a Pomeriggio Cinque – c’è un altro dato politicamente rilevante che emerge dai ragionamenti di Silvio. Berlusconi, infatti, con una nuova inversione di marcia torna a frenare sull’ipotesi di elezioni anticipate a febbraio, reclamando qualche settimana di più: “Questa fretta di andare a elezioni è una forzatura inutile”. Una delle ragioni sembra quella di strappare qualche giorno di campagna elettorale in più, senza i vincoli della par condicio. Il Cavaliere non si nasconde: “Ho un credito di 123 ore rispetto al Pd, voglio spiegare le nostre ragioni in televisione”. Solo così, è convinto, il Pdl potrà raggiungere quota “40%” dei consensi. E già trapela la possibilità che la prossima settimana possa essere ospite di Ballarò.
La strada della sua candidatura sembra comunque ormai segnata: “Gli italiani hanno bisogno di me”. Chiede di essere sostenuto con un voto “utile” e di non sostenere i “piccoli leader dei piccoli partiti”, di scegliere chi porterà avanti politiche lontane dal rigore tedesco. Poi promette l’abolizione dell’Imu, votata dal Pdl ma voluta “dalla sinistra”, e si difende dall’accusa di aver provocato l’ascesa dello spread verso vette pericolosissime.
Ma è soprattutto sull’ipotesi di schierare il Pdl per Monti che Berlusconi spende una parte consistente dell’apparizione televisiva. Prima per assicurare che in caso di comune accordo di tutto l’arco moderato il Pdl non si metterà di traverso. Poi, di fronte alle parole di Casini, per chiudere la porta a ogni intesa: “Quello che dice il leader dell’Udc mette fine a questa possibilità”. Meglio per l’attuale premier l’elezione al Colle o il ruolo di premier di salvezza nazionale in caso di fallimento di un esecutivo Bersani, al limite anche un impegno in Europa. L’importante, sostiene Berlusconi, è che il Prof non abbandoni il ruolo di “deus ex machina”, cedendo sciaguratamente alla tentazione di diventare un “piccolo protagonista della politica”, magari al traino di Casini e Montezemolo. Proprio al leader centrista e a Gianfranco Fini Berlusconi riserva parole di fuoco: “Sono stati una grande delusione, sono due persone orride, anche peggio, orridissime”.
Dopo aver archiviato la federazione montiana, Berlusconi si dedica soprattutto alla Lega. Il Carroccio non andrà da solo alle Politiche, un accordo è possibile e sarà accompagnato dal sostegno del Pdl a un candidato leghista alla Presidenza della Lombardia. E non solo perché senza intesa il Carroccio “non conterebbe nulla”. Ma soprattutto perché rischierebbero anche le altre giunte di centrodestra nel Nord: “Io credo che la Lega ci tenga moltissimo alla macroregione del Nord e quindi deciderà per un’alleanza con noi. Il Pdl non potrebbe sopportare di essere al governo in Veneto e Piemonte e non essere supportata a livello nazionale”.
Durante la trasmissione Berlusconi ricostruisce l’invito del Ppe all’attuale presidente del Consiglio, attribuendosi il ruolo di sponsor dell’operazione. Martens, da Bruxelles, nega questa versione con nettezza. Gelida la replica del leader del Pdl: “Evidentemente non vuol far vedere di essere stato influenzato da me. E’ una scusa per gli altri colleghi. Io ne ho parlato lungamente al segretario generale spagnolo che ne ha parlato con lui”.
Un solo passaggio di Porta a Porta risulta dedicato all’agenda extra politica di Berlusconi. E’ il nuovo tormentone del fidanzamento dell’ex premier con la giovane Francesca Pascale. “E’ invidioso?”, scherza con Bruno Vespa. Poi, più seriamente: “Con Francesca mi sento ben sostenuto, ha una forza d’animo incredibile e principi morali saldissimi, credo in quanto facciamo ed è uno stimolo a impegnarmi per il mio Paese”. Nulla di più di un fidanzamento, almeno per il momento: “Ho ottimi rapporti con la mia prima e seconda moglie, ci sarà anche questo fatto burocratico ma siamo una grande famiglia e ci vogliamo tutti bene”. Ciononostante, il divorzio con Veronica Lario resta in agenda: “Penso di sì, il percorso è avviato e credo che andremo a un divorzio consensuale”.