Napolitano: Il 24 febbraio data idonea, non prolungare campagna
Capo Stato nega tensioni con Monti: no ipotesi precostituite
Roma, 19 dic. (TMNews) – Si andrà a votare il 24 febbraio. Giorgio Napolitano ha dato il suo benestare alla data indicata oggi dal ministro Cancellieri, che inizialmente aveva dato come probabile l’apertura delle urne il 17 febbraio. La ragione dello slittamento di una settimana è legata ai problemi organizzativi, in particolare per il voto all’estero. Questo è quanto ha spiegato la stessa Cancellieri oggi a Montecitorio.
Ma è chiaro che ci sono anche ragioni politiche dietro questa decisione. Da giorni il Pdl ha lavorato per allungare i tempi dell’esame della legge di stabilità e ieri Silvio Berlusconi ha esplicitamente detto che era meglio rinviare il voto di una o due settimane denunciando una eccessiva fretta sul voto. Con una nota oggi è intervenuto direttamente il Presidente della Repubblica negando che ci fossero “forzature o frettolosità” nella data di scioglimento delle Camere. Di più, il Capo dello Stato ha ammonito che per il bene del paese non si deve prolungare la campagna elettorale. “Le ipotesi di data per lo scioglimento delle Camere all’esame del Presidente della Repubblica, che ne ha la prerogativa esclusiva sentiti i Presidenti delle due Assemblee, non sono dettate da alcuna forzatura o frettolosità – ha puntualizzato il Colle -. Avendo il Presidente del Consiglio preannunciato la formalizzazione delle sue irrevocabili dimissioni all’indomani dell’approvazione della legge di stabilità, è interesse del paese evitare un prolungamento di siffatta condizione di incertezza istituzionale”.
Nel pomeriggio il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ha fatto sapere di aver scritto a Napolitano per informarlo che la data migliore per il voto è quella del 24 febbraio, “potremmo farcela anche per il 17 febbraio ma con qualche difficoltà, il 24 febbraio invece staremmo più tranquilli soprattutto per la questione degli elettori all’estero”, ha spiegato il ministro. Ma, a quanto si apprende, la motivazione sarebbe anche quella legata ai tempi ristretti per la raccolta delle firme per i nuovi partiti o le nuove liste elettorali. Un problema che riguarderà anche i sostenitori delle liste per Monti. Dunque, assicurano, sarebbero stati i problemi tecnici e non la pressione di Berlusconi ad aver consigliato lo slittamento del voto dal 17 al 24 febbraio. Del resto, ricordano al Colle, entrambe le date erano state prese in considerazione fin dall’inizio.
Difatti il capo dello Stato ci ha tenuto a puntualizzare che “è prassi costante la fissazione della data del voto in un momento intermedio tra il minimo di 45 giorni previsto dalla legge e il massimo di 70 fissato in Costituzione”, questo significa che per votare il 24 febbraio lo scioglimento dovrà avvenire entro il 22 dicembre, data nella quale i presidenti delle Camere, Schifani e Fini, hanno garantito che sarà approvata la legge di stabilità. A quel punto Monti potrà salire al Colle già sabato mattina per rassegnare le dimissioni, quindi seguiranno le consultazioni del Presidente della Repubblica con quelli delle Camere e la firma sul decreto di scioglimento.
Quanto a quello che accadrà dopo, Napolitano oggi ha scritto a La Stampa per negare che ci siano “tensioni” o “fratture” con Monti legate alla decisione del premier di dimettersi in anticipo e impegnarsi personalmente nella prossima campagna elettorale rinunciando a quel ruolo ‘super partes’ che il Presidente aveva disegnato per lui nominandolo senatore a vita. La temperatura dei colloqui svoltisi in queste settimane non è affatto “gelida”, ha scritto il capo dello Stato ricordando che il “riferimento al ruolo che questa volta svolgeranno le forze politiche e al peso che avranno i risultati elettorali è stato arbitrariamente quasi tradotto nel preannuncio dell’incarico che darò (‘a chi arriva primo’) per formare il nuovo governo. Ma ogni decisione nascerà dalle consultazioni post-elettorali con tutte le rappresentanze politiche – ha assicurato – e dagli elementi che ne trarrò sul da farsi, non essendo vincolato ad alcuna ipotesi precostituita”.