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Calcio/ Razzismo, Giudice di A: Boateng? Gesto non da punire
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Calcio/ Razzismo, Giudice di A: Boateng? Gesto non da punire

Calcio/ Razzismo, Giudice di A: Boateng? Gesto non da punire
Dopo episodi di razzismo dello scorso 3 gennaio a Busto Arsizio


Milano, 15 gen (TMNews)
– Interrompere la partita e uscire dal campo in segno di protesta contro i “buu” razzisti provenienti dalle tribune non è previsto dal regolamento ma, nonostante questo, non può essere considerato un comportamento punibile. Lo scrive il Giudice sportivo di Serie A, Gianpaolo Tosel, nel dispositivo con cui archivia gli episodi di razzismo dello scorso 3 gennaio a Busto Arsizio in occasione dell’amichevole Pro Patria-Milan. La partita era stata interrotta al 26′ del primo tempo su decisione del centrocampista rossonero Kevin Prince Boateng, in segno di protesta contro i ripetuti “buu” razzisti rivolti da un gruppetto di tifosi nei suoi confronti e nei confronti di alcuni compagni di squadra.

“Nel vigente ordinamento calcistico – scrive Tosel – nessuna norma prevede che una squadra possa interrompere una gara e abbandonare il recinto di giuoco se non in conformità alle disposizioni impartite all’Arbitro ovvero dall’Autorità di Pubblica Sicurezza, ma gli essenziali valori che informano lo sport e la civile convivenza escludono che possa acquisire rilevanza disciplinare un gesto di solidarietà verso un uomo vittima di beceri insulti esclusivamente per il colore della sua pelle”.

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