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Lista Monti/ Premier rischia tutto: “Subito riforme radicali”

Lista Monti/ Premier rischia tutto: “Subito riforme radicali”
Partita da Bergamo campagna elettorale, porta chiusa a Vendola


Bergamo, 21 gen. (TMNews)
– Mario Monti ormai è diventato un politico a tutti gli effetti, che nella sfida elettorale mette in gioco non solo la sua carriera, ma anche amicizie, passioni e perfino gli affetti famigliari. Lo ha dimostrato domenica pomeriggio a Bergamo, nella manifestazione che ha aperto la campagna elettorale della lista “Scelta Civica”, al termine della quale, dopo avere colpito duro tanto a destra quanto a sinistra, si è commosso. Stava parlando ai 400 candidati, davanti alla moglie Elsa e ai due figli, quando ha confessato che una volta lasciato Palazzo Chigi sarebbe stato volentieri più a lungo con i suoi nipoti (ha annunciato che il quinto è in arrivo), ma avrebbe fatto “un torto” ai figli e ai nipoti di tanti altri italiani che avrebbero rischiato così di vedere vanificati gli sforzi fatti nell’ultimo anno di ‘lacrime e sangue’. E’ questo che lo ha indotto a “salire in politica”.

“Non vorrei che mi aveste preso per un politico. Oggi abbiamo parlato di speranza e di passione e vi assicuro che la passione mi è venuta…” ha detto scherzoso dal palco del Kilometro Rosso, il parco scientifico di Alberto Bombassei, l’ex vice presidente di Confindustria in corsa per un posto in Parlamento. In realtà, più che nella conferenza stampa del 23 dicembre nella quale aveva già dismesso i panni del tecnico super partes, Monti il suo Rubicone verso la politica forse lo ha attraversato proprio a Bergamo. Il Paese, ha detto, non ha bisogno di moderazione intesa come “mezze misure”, ma di “riforme radicali” e proprio il tasso di riformismo sarà la “cartina di tornasole” per valutare l’eventuale ingresso in un Governo a guida Bersani.

L’obiettivo resta però quello di un Monti bis e di fare autocritica, come chiesto da Nichi Vendola come precondizione per collaborare sulle riforme costituzionali, non se ne parla nemmeno: “Ma stiamo scherzando?” ha replicato duro al leader di Sel. “Ci sono a sinistra – è il ragionamento di Monti – importanti e apprezzabili impulsi liberalizzatori” che hanno portato di recente a un avvicinamento verso idee “che noi abbiamo da anni”, dovremmo forse “rinnegarle” proprio ora che “una parte della sinistra” converge su queste posizioni? La chiusura è netta almeno quanto la volontà di mettere comunque mano comunque alla Carta, a partire dal primo Consiglio dei ministri del suo eventuale nuovo Governo, nel quale il premier porterebbe un disegno di legge per tagliare il numero dei parlamentari, uno per un assetto dello Stato meno oneroso e più proficuo, uno per cambiare il titolo V della Costituzione sulle autonomie locali.

Quanto alle tasse, il tema più ‘caldo’ della campagna elettorale, Monti è stato molto cauto, ma ha sottolineato che non è “incoerente” chi parla ora di una possibile riduzione “misurata e graduale”. E’ rimasto infine deluso chi si aspettava annunci clamorosi in materia di mercato del lavoro, anche se Pietro Ichino ha confermato la volontà dei montiani di “sperimentare un modello nuovo, basato su accordi quadro regionali, che coniughi la massima possibile flessibilità nelle strutture produttive, con la massima possibile sicurezza economica e professionale del lavoratore”, ma senza tornare all’articolo 18 della Statuto dei lavoratori.
Asa

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