Arte/ La statua della Athena Nike rivive in 3d a Roma
Proiezione tridimensionale ricostruisce integralmente la statua
Roma, 5 feb. (TMNews) – Una dea plana sulla terra per celebrare la vittoria degli uomini: grazie alla multimedialità, la statua di Athena Nike rivive e mostra il suo aspetto originario con proiezioni tridimensionali, frutto di elaborati studi grafici.
A partire dal 6 febbraio prossimo e fino al 3 agosto, infatti, nello Spazio Espositivo Tritone di Fondazione Sorgente Group verrà inaugurata la Mostra “Athena Nike: la vittoria della dea. Marmi greci del V e del IV secolo a.C. della Fondazione Sorgente Group”. L`installazione tridimensionale ricostruisce virtualmente la statua, integrandone le parti mancanti e facendola rinascere. Nel buio dello spazio apparirà dinanzi ai nostri occhi la scultura recuperata dall`oblio del tempo in tutta la sua bellezza e integrità. Grazie a proiezioni di sfondo verrà inserita nel suo contesto originario della Grecia classica della seconda metà del V secolo a.C., l`età della democrazia ateniese di Pericle e della costruzione del Partenone. La ricostruzione virtuale è realizzata da Paco Lanciano con la sua equipe di Mizar, grazie a sofisticati procedimenti informatici e installazioni illuminotecniche e audio e si basa scientificamente sull`accurato studio delle ipotesi ricostruttive e iconografiche della scultura del Prof. Eugenio La Rocca.
Per la prima volta in Italia vengono applicate le più sofisticate conoscenze informatiche su un`opera scultorea antica per restituirle le parti mancanti e renderla così facilmente comprensibile e fruibile al pubblico. L`arte antica si incontra con la tecnologia dei giorni nostri nella valorizzazione dell`arte. La scultura, realizzata nel 430 a.C. circa da un blocco unico di marmo pario, tra i più pregiati, doveva raffigurare Athena Nike alata. Nel passato la statua era una scultura votiva, collocata su una colonna o pilastro, a circa 5 metri di altezza, all`interno di un santuario attico o di ambiente filo-ateniese ed era rappresentata in atterraggio su uno sperone di roccia per celebrare le vittorie dell`esercito.
Nella mano sinistra doveva tenere una corona di alloro o ulivo destinata al vincitore della battaglia, mentre nella destra un ramo di palma. La tradizionale egida, collocata sul petto completava e caratterizzava la dea, quale Athena, mentre le ali la connotavano come una Nike. È possibile che in età augustea l`Athena Nike di Fondazione Sorgente Group sia stata trasferita dalla sua sede originaria a Roma, dove venne restaurata e dove in età antoniniana sarebbe stata realizzata la sua copia marmorea, oggi conservata nel Glencairn Museum vicino Philadelphia in Pennsylvania, Usa.
Per l`eccezionalità dell`opera il Ministero per i Beni e le attività culturali ha deciso di sottoporla a vincolo di tutela.
Oltre all`Athena Nike la mostra contiene una collezione di marmi bianchi d`eccezione. Il viaggio nell`antichità continua infatti nello Spazio Espositivo Tritone, con due lekithoi ed una louthrophoros in marmo pentelico databili nel primo trentennio del IV secolo a.C., tutte con scena a rilievo conservata. L`esposizione di questi tre vasi marmorei all`interno di un`unica collezione privata rappresenta un caso unico, visto che gli esemplari esistenti in musei e di proprietà privata sono solo una decina in Italia. La lekythos integra è stata infatti sottoposta a decreto di notifica dal Ministero per i Beni e le attività culturali. Le lekythoi hanno la forma di vasi dal corpo allungato e collo stretto, mentre la louthrophoros quella di un`anfora interamente di marmo.
Nell`antichità erano monumenti funebri celebrativi innalzati in memoria del defunto raffigurato a rilievo, di cui veniva spesso impresso il nome nel marmo, e per glorificare la famiglia di appartenenza. Così la louthrophoros esposta, detta “di Polystratos”, per l`incisione del nome, potrebbe essere appartenuta alla famiglia di Polystratos Deiradiotes, ricco proprietario terriero e personaggio di spicco della scena politica ateniese, ricordato, insieme con i suoi figli, da un’orazione di Lisia e raffigurato sull`anfora stessa. Nei tre monumenti marmorei compare l`atto della dexiosis, la stretta di mano fra due personaggi protagonisti della scena in rilevo, che secondo gli studi recenti rivestirebbe il valore simbolico di unione sentimentale e affettiva tra i defunti e i familiari ancora vivi, che rimangono indissolubilmente legati al di là della morte.
Verrà pubblicato un catalogo descrittivo delle opere esposte a cura del Prof. Eugenio La Rocca, che vedrà la partecipazione di numerosi studiosi del mondo accademico (Eugenio La Rocca, Elena Ghisellini, Massimiliano Papini, Matthias Bruno, Alessandra Avagliano).