Napolitano non anticipa insediamento Camere, si parte il 15 marzo
E invita a rendere proficua fase preparatoria delle consultazioni
Roma, 5 mar. (TMNews) – Nessun anticipo della convocazione delle Camere al 12 marzo. Alla fine Giorgio Napolitano ha deciso. Il Presidente della Repubblica ha reso pubblico con una nota che “difficoltà di vario ordine non consentono l’anticipazione della data già fissata per venerdì 15 marzo”. Dunque il percorso resta quello previsto inizialmente. E le consultazioni potrebbero non iniziare realisticamente che la settimana successiva, visto che dal giorno della prima convocazione delle Camere si dovranno eleggere i presidenti di Montecitorio e Palazzo Madama e i capigruppo parlamentari.
Il quadro politico sembra complicarsi. L’M5S dice no a governi politici ma anche a quelli tecnici, Bersani è intenzionato a portare alla Direzione del Pd la sua proposta di chiedere la fiducia per un governo con un programma limitato a otto punti fondamentali e il Pdl attacca il segretario del Pd e lo incalza sulle prospettive, scarse, di arrivare al governo. La nota del Quirinale non a caso lascia intendere che la decisione non dipenda dal Capo dello Stato. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha solo “preso atto che difficoltà di vario ordine non consentono una anticipazione della data di convocazione delle Camere, già fissata per venerdì 15 marzo”. Le difficoltà sembrano non essere di ordine pratico visto che la Cassazione ha oggi concluso il lavoro di verifica sulle liste elettorali e trasmesso i risultati alle Corti d’Appello per la proclamazione degli eletti. Nel “ringraziare la magistratura per lo sforzo di celerità compiuto negli adempimenti di sua competenza relativi alla verifica dei risultati elettorali”, il Presidente della Repubblica confida perciò “che le operazioni relative all’insediamento delle Camere e alla costituzione dei Gruppi parlamentari si svolgano con la massima sollecitudine possibile”.
Napolitano dice anche però che in questo modo “resta ancora un ampio spazio per una proficua fase preparatoria delle consultazioni del Capo dello Stato per la formazione del governo”. Insomma il Colle spera che queste giornate possano essere utilizzate dalle forze politiche per valutare attentamente le posizioni che gli porteranno alle consultazioni. E del resto i contatti e le discussioni interne ai partiti sono sempre più frenetici; domani la Direzione nazionale del Pd dovrà discutere e approvare la proposta di Pier Luigi Bersani di provare a formare un governo che chiederà la fiducia al Parlamento su un programma di otto punti rivolti soprattutto al M5S. Ma intanto oggi Matteo Renzi, che domani parteciperà a quella riunione, è venuto a Roma e per prima cosa ha incontrato il premier Mario Monti. Il professore ieri ha visto il Capo dello Stato e subito dopo inviato una lettera ai leader politici, Grillo compreso, a confrontarsi in vista del prossimo vertice europeo del 14 marzo. Incontri che si svolgeranno probabilmente la prossima settimana e che difficilmente non affronteranno anche la spinosa questione della formazione di un governo.
E a questo proposito il suo monito Napolitano lo aveva fatto sabato scorso al ritorno dalla Germania per frenare le “ipotesi più disparate circa le soluzioni da perseguire” circolate in ambienti politici e sulla stampa sui possibili scenari di nuovi governi tecnici, mandati esplorativi, ritorno alle elezioni, e via di seguito. Il Capo dello Stato in quell’occasione ha riaffermato la sua “autonoma valutazione nella fase delle previste consultazioni formali con le forze politiche” e raccomandato a tutti i soggetti politici “misura, realismo, senso di responsabilità” per “salvaguardare l’interesse generale e l’immagine internazionale del Paese, evitando premature categoriche determinazioni di parte”.