Pdl ‘congela’ Aventino e nuovo sit-in. Ma Berlusconi fa falco
Verso scheda bianca. E si guarda montiani per non essere isolati
Roma, 14 mar. (TMNews) – Sono i falchi in queste ore a sussurrargli alle orecchie le parole che più solleticano il suo istinto. Che poi, sarebbe quello di alzare la voce, reagire clamorosamente di fronte “all’attacco delle Procure”. Ed è così che, nella stanza-suite dell’ospedale San Raffaele in cui Silvio Berlusconi rimarrà ricoverato ancora fino a oggi, in mattinata di ieri è nata l’idea di dare vita a una nuova manifestazione davanti al palazzo di giustizia di Milano. Da tenere sabato in concomitanza con l’udienza del processo Mediaset, ma anche con le sedute delle Camere che dovrebbero sciogliere i primi due nodi di questo intricato avvio di legislatura: ossia l’elezione dei presidenti.
Un istinto bellicoso corroborato anche da quanti – a cominciare dal diretto interessato – già avevano dubitato che l’appello alla “responsabilità” lanciato dal Colle a politica e toghe avrebbe sortito qualche effetto. E che per di più oggi si sono ritrovati in rassegna stampa la lettera a ‘Repubblica’ in cui Giorgio Napolitano nega di aver voluto promuovere per Berlusconi alcun tipo di ‘scudo’ processuale.
Alla fine però il Cavaliere ha dovuto per ora silenziare il falco che è in lui e cercare ancora una volta di sforzarsi di ascoltare le colombe che raccomandano prudenza, almeno fino a quando sarà possibile per il Pdl tentare di giocare un ruolo non solo nella formazione del governo ma anche – e forse soprattutto – nella nomina del presidente della Repubblica. Dunque manifestazione al momento cancellata, ma per tutto il pomeriggio nella sua stanza in clinica Berlusconi ha discusso con lo stato maggiore dei possibili scenari che si profilano. A Milano sono volati il segretario del partito, Angelino Alfano, i coordinatorei Denis Verdini e Sandro Bondi e i capigruppo uscenti Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. All’incontro avrebbe partecipato anche Gianni Letta, da sempre cinghia di trasmissione con il Colle.
Lungamente sul tavolo sarebbe rimasta l’ipotesi di un clamoroso Aventino parlamentare in occasione dell’insediamento delle Camere. Scelta che senz’altro non stata sarebbe gradita al capo dello Stato ma che sarebbe al momento rientrata anche alla luce dell’annuncio del Pd di votare scheda bianca nel primo voto di domani sui presidenti. Ma la diserzione potrebbe tornare all’improvviso in auge se nel frattempo il Pd decidesse di chiudere un’intesa in proposito con il M5s. La decisione che emergerà dalla lunga riunione al San Raffaele sarà dunque comunicata domani all’assemblea dei parlamentari Pdl che si riunirà alle 8.30. L’orientamento, tuttavia, è quello di partecipare votando scheda bianca. Quanto alla successiva votazione si valuterà giacché per il secondo e terzo scrutinio la validità dell’elezione è data dai 2/3 dei votanti comprendendo nel computo del quorum anche le schede bianche.
Ma non è sulla presidenza delle Camere la vera partita che il Pdl si sta giocando ed è per questo che le iper colombe in queste ore stanno tentando di spiegare a Berlusconi che la pazienza andrà mantenuta ulteriormente e cioè anche qualora il Pd dovesse chiudere la partita di Camera e Senato ‘snobbando’ il Pdl. Perché – è il ragionemanto – ciò che conta è avere voce in capitolo su governo e prossimo capo dello Stato. Ed è anche in questo quadro che a via dell’Umiltà hanno acceso i riflettori sulla posizione dei montiani e sulla loro contrarietà all’ipotesi di un governo democratico-grillino. I voti di Scelta civica – infatti – sommandosi a quelli del centrodestra potrebbero consentire l’elezione di un presidente del Senato di area e soprattutto verrebbero a mancare al centrosinistra per eleggere a maggioranza il nuovo capo dello Stato. Ed è chiaro che questo consentirebbe al Pdl di tornare pienamente in partita e dunque a Silvio Berlusconi di giocare un ruolo di primo piano che – è la speranza – renda la tengalia giudiziaria per lui meno pressante. Di certo il partito non rinuncia alla manifestazione in programma per il 23 marzo a piazza del Popolo la cui organizzazione va avanti e che adesso ha anche un nome ufficiale: ‘Tutti con Sivio. Contro l’oppressione fiscale,
burocratica e giudiziaria’.