Wto/ Gara a 9 su nuovo direttore, con 3 donne, via il 2 aprile
Nessun candidato occidentale, in lizza anche 3 donne
Roma, 30 mar. (TMNews) – La prossima settimana a Ginevra, al termine della pausa pasquale, inizierà il processo di scelta del nuovo direttore del Wto, l’Organzizaiozne mondiale del commercio. Si tratta di un procedimento articolato e abbastanza unico tra le organizzazioni internazionali, che stavolta vede in lizza un numero record di candidati, ben nove, tra cui tre donne, e questa è una prima assoluta, e nessun rappresentante di Europa e Usa. Questo ente regola gli scambi commerciali internazionali e dirime le dispute tra i paesi aderenti.
Il processo sarà condotto da una commissione ah hoc formata da tre alti esponenti del Wto, il pachistano Shahid Bashir, il canadese Jonathan Fried e lo svedese Joakim Reiter. Avranno il compito di consultare i rappresentanti dei 158 paesi che aderiscono all’organizzazione. Questa complessa girandola di giochi diplomatici si aprirà il 2 aprile con il primo round, che si punta a chiudere il 9 aprile con la compilazione si una lista ristretta di 5 candidati.
Il secondo round inizierà poco dopo per portare all’uscita di altri tre candidati e poter effettuare così il terzo e ultimo round con un testa a testa. Il tutto con l’obiettivo di trovare il nuovo direttore entro il 31 maggio, ha spiegato oggi Bashir. Come anzi detto ci sono candidature quasi unicamente da paesi emergenti o in via di sviluppo, salvo voler considerate la Nuova Zelanda tra gli Stati avanzati occidentali. Oltre al contendente della terra dei Kiwi, in lizza vi sono due africani, tre sudamericani, due asiatici, e un mediorientale.
Tutti i candidati sono stati indicati come esperti di diritto commerciale e relazioni internazionali, ambiscono alla poltrona di direttore generale attualmente occupata dal francese Pascal Lamy. Hanno già tenuto delle lunghe audizioni di presentazione presso il Consiglio generale del Wto.
Chiunque sia il vincitore dovrà comunque fare i conti con la necessità di riesumare le trattative del ciclo negoziale di riforma del Wto stesso, il “Doha Round” che dopo 10 anni di sforzi infruttuosi è finito su un binario morto.
Non a caso tutti i candidati hanno sostenuto la necessità di far ripartire il Doha Round.
“Bisogna trovare un modo per uscire dall’impasse”, ha detto il brasiliano Roberto Azevedo, considerato tra i favoriti. Il coreano Taeho Bark ha parlato della necessità di “rilanciare la fiducia” mentre il messicano Hermindo Blanco ha puntato il dito su quel “qualcosa che non funziona” nel Wto. Per il neozelandese Tim Groser “il Wto deve ripartire”, mentre secondo il giordano Ahmad Hindawi il Doha Round deve essere assolutamente chiuso.
La keniota Amina Mohamed ritiene necessario “modernizzare l’agenda” dell’organizzazione, la costaricana Anabel Gonzales le ha fatto eco mentre l’indonesiana Elka Pangestu promette “pugno di ferro in guanto di velluto”. Secondo il ghanese Alan Kyerematen bisogna ridare ossigeno all’organizzazione. Come si suol dire, vinca il migliore (o la migliore).
(con fonte Afp)