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Bce/ Berlino mette una toppa su parole Merkel: Nessuna ingerenza
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Bce/ Berlino mette una toppa su parole Merkel: Nessuna ingerenza

Bce/ Berlino mette una toppa su parole Merkel: Nessuna ingerenza
Ieri la cancelliera aveva detto la sua sui tassi interesse


Roma, 26 apr. (TMNews)
– Il governo della Germania cerca di mettere una toppa sulle polemiche che rischiano di innescarsi dopo alcune dichiarazioni della cancelliera Angela Merkel sui tassi di interesse. Dichiarazioni che potrebbero apparire come una chiara ingerenza nelle competenze della Bce, proprio a pochi giorni da un Consiglio direttivo che potrebbe prendere decisioni in senso opposto a quelle che sembrava auspicare Berlino. Ieri, ad un convegno di casse di risparmio, la Merkel ha affermato che la Bce si trova “in una situazione difficile” perché se “di fondo, per la Germania dovrebbe probabilmente alzare i tassi di interesse, per altri paesi dovrebbe invece fare di più per assicurare che le imprese abbiano accesso ai finanziamenti”.

Una presa di posizione decisamente inconsueta da parte della cancelliera, specialmente visto che fin dalla creazione dell’euro sono specialmente i tedeschi a mostrarsi alfieri dell’indipendenza della Bce dai governi, nelle sue decisioni di politica monetaria.

Oggi il portavoce della Merkel, Steffen Seibert, ha cercato di minimizzare la questione affermando che “non vi è alcun motivo di pensare che la cancelliera volesse rivolgersi alla Bce”, che anzi rispetta “la totale indipendenza” dell’istituzione monetarie che continuerà a tenere questa linea. “Ha semplicemente affermato che esistono interessi molto divergenti da prendere in considerazione”. Ma queste precisazioni non sembrano chiudere del tutto la questione, e cancellare l’impresisone di una esplcita ingerenza.

Peraltro a complicare il tutto ci si è messa la Bundesbank, o meglio una indiscrezione a mezzo stampa (da parte del quotidiano tedesco Handelsblatt) su un parere riservato della banca centrale tedesca alla Corte costituzionale, in cui veniva criticato il piano di possibili aiuti ai titoli di Stato di paesi dell’area euro della bce, l’Omt. Un piano (che di fatto non è mai stato necessario attivare) cui il presidente della Bundesbank Jens Weidmann si era opposto nell’estate scorsa, quando venne creato. E di cui invece solo pochi giorni fa, nel rapporto anuale della Bce, il presidente Mario Draghi ha nuovamente rivendicato l’efficacia nel far attenuare le tensioni dei mercati sull’area euro.

Il tutto sembra denotare un quadro di nervosismo in Germania, prima economia dell’area euro, mentre negli ultimi giorni la Bce era apparsa sempre più orientata a operare una riduzione sui tassi di interesse dell’area euro, con il quadro economico che non sta migliorando come si sperava. Giovedì a Francoforte si riunisce il direttorio della Bce, che dal luglio scorso tiene il principale riferimento sul costo del danaro al minimo storico dello 0,75 oper cento. I tassi sono il principale stumento con cui le banche centrali possono cercare di contrastare linflazione, ma al tempo stesso indirettamente sono anche un freno all’attività economica. (con fonte Afp)

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