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Governo/Letta alla prova numeri, a Camera sulla carta è a 455
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Governo/Letta alla prova numeri, a Camera sulla carta è a 455

Governo/Letta alla prova numeri, a Camera sulla carta è a 455
Stasera fiducia a Montecitorio. Domani al Senato,partendo da 221


Roma, 29 apr. (TMNews)
– Questa sera alle 20, alla Camera, domani, intorno alle 13 al Senato. Il governo Letta giunge alla prova dei fatti: obiettivo centrare la fiducia e iniziare il proprio cammino. Montecitorio è la prima tappa: le dichiarazioni di voto, come ha stabilito la conferenza dei capigruppo, inizieranno intorno alle 18 e prima di sera si avrà il responso.

In Senato più o meno la stessa procedura domani ma il premier non ripeterà il discorso tenuto alla Camera. Oggi pomeriggio, dopo aver parlato in aula a Montecitorio, Letta si recherà al Senato – presumibilmente intorno alle 16 – per depositare il suo discorso. Domattina, dopo la discussione generale e prima delle dichiarazioni di voto dei senatori, terrà la sua replica.

Sulla carta i voti, per il governo appoggiato da Pdl, Scelta civica e Pd sono più che abbondanti. A Montecitorio la maggioranza richiesta è di 316 voti, a Palazzo Madama di 159. Alla Camera il Pd conta su 297 deputati, Scelta civica su 47, il Pdl su 97 (più sei eletti nelle liste di Centro democratico, cinque delle minoranze linguistiche e 3 degli italiani all’estero): in tutto 455 voti. Al Senato il Pd ha 109 senatori, Scelta civica 21, il Pdl 91: fanno 221 voti ‘ufficiali’ a cui dovrebbero essere aggiunti quelli dei tre senatori a vita e anche altri provenienti dal Misto e dalle autonomie.

Tra l’altro sembrano rientrati anche alcuni malumori nel Pd. Alla direzione dello scorso 23 aprile i dubbi e le perplessità nei confronti delle larghe intese avevano preso corpo in 14 astenuti e 7 contrari al documento di sostegno al governo. Alcuni dei più critici come Sandra Zampa e Sandro Gozi
(deputati) e Laura Puppato (senatrice) hanno alla fine sciolto la riserva e voteranno a favore del governo Letta come “atto di responsabilità”. Pippo Civati invece non parteciperà al voto.

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