Ue/ Domani vertice a 27 interlocutorio su fisco ed energia
Esordio per Letta, attendendo l’altro summit di giugno sul lavoro
Bruxelles, 21 mag. (TMNews) – Il vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dell’Ue, che si svolgerà domani a Bruxelles, il primo summit europeo per il premier italiano Enrico Letta, sarà un incontro ampiamente interlocutorio, senza grandi decisioni concrete, in attesa del Consiglio europeo ‘vero e proprio’ che sancirà la fine della presidenza semestrale di turno irlandese, il 28 e 29 giugno, e che sarà dedicato al lavoro, e in particolare alle iniziative da prendere per far ripartire la crescita economica e incentivare l’occupazione giovanile. E’ a questo, d’altra parte, che pensa già Letta, come ha riferito oggi durante il suo discorso al Senato, quando ha annunciato una lettera al presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, in cui chiederà che il summit di giugno adotti “misure concrete” contro la disoccupazione giovanile, “facili da attuare e da spiegare, che facciano la differenza subito nel breve periodo”.
Alla fine del vertice Letta, che avrà anche un incontro bilaterale con il premier britannico Cameron a margine della riunione, si recherà a Lipsia insieme alla cancelliera tedesca Angela Merkel e al presidente francese François Hollande per le celebrazioni del 150esimo anniversario della Spd tedesca. Un’altra occasione, per il premier italiano, di chiedere sostegno per le iniziative sul lavoro al vertice di giugno.
I due temi al centro del dibattito di domani, che durerà circa quattro ore (è previsto dalle 13 alle 17), sono invece il mercato unico europeo dell’energia, a cui si vuole dare nuovo impulso per arrivare a completarlo come previsto entro il 2014, e il tema relativamente nuovo (almeno per un vertice Ue) delle iniziative per la lotta all’elusione, all’evasione e alla frode fiscale, che si stima sottraggano ogni anno la bellezza di 1.000 miliardi di euro all’erario dei paesi membri.
Per quanto riguarda il primo tema, la discussione riguarda le possibili iniziative per diminuire la fattura energetica dell’Ue e la sua dipendenza dalle importazioni esterne (arrivata ormai a 400 miliardi di euro all’anno), sviluppando ulteriormente le rinnovabili, le infrastrutture di trasporto interne del gas e dell’elettricità, le reti ‘intelligenti’, l’ulteriore liberalizzazione del mercato. I punti più controversi riguardano l’eventuale sfruttamento di alcune fonti cosiddette ‘indigene’ (ovvero il controverso gas di roccia, o ‘shale gas’, avversatissimo dagli ambientalisti, ma ormai molto usato dagli americani, con forti riduzioni nei costi energetici) e l’eterno dibattito sulle sovvenzioni pubbliche alle fonti ‘fossili’ e al nucleare. L’Italia è molto interessata a tutte le iniziative che possano ridurre i costi dell’energia che importa, che sono fra i più alti dell’Ue (un altro ‘spread’ per le imprese nazionali, come l’ha definito oggi il ministro degli Affari europei, Enzo Moavero).
Quanto alla fiscalità, al centro dal dibattito vi sono le iniziative per la trasparenza e l’abolizione del segreto bancario ancora parzialmente vigente in alcuni Stati membri (Austria e Lussemburgo) e i negoziati con i paesi terzi europei (Svizzera, Liechtenstein, Monaco, San Marino, Andorra) in cui i residenti Ue detengono conti bancari e altri asset finanziari ‘protetti’ dal fisco di casa propria. Ma non sono previsti grandi passi avanti, se non la presa d’atto dell’approvazione, la settimana scorsa all’Ecofin, del mandato negoziale alla Commissione per portare avanti le trattative con questi paesi e puntare allo scambio delle informazioni sui conti esteri tra le banche e le amministrazioni fiscali dell’Ue. Un passo avanti notevole (finora sempre bloccato dall’opposizione austro-lussemburghese), ma non abbastanza lungo da arrivare dove la Commissione voleva, alla vigilia del vertice: un accordo politico fra i Ventisette sulla revisione della direttiva sul risparmio, che farebbe partire al 2015 lo scambio automatico di informazioni fra tutte le amministrazioni fiscali dei paesi membri. Austria e Lussemburgo, prima di accettare questa abolizione di fatto del segreto bancario, vogliono essere sicure che le stesse condizioni si applicheranno anche alla Svizzera e gli altri paesi terzi europei che offrono una sponda a chi elude o evade il fisco.