Mafia/ Pdl: Concorso esterno, pene più basse, no intercettazioni
Ddl Compagna affidato a relatore Giacomo Caliendo
Roma, 21 mag. (TMNews) – Il Pdl ripropone la necessità di riformare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, molto discusso in dottrina perché frutto di una elaborazione giurisprdenziale. Il disegno di legge (atto Senato n. 300), presentato dal senatore Luigi Compagna, eletto con il Pdl ma attualmente componente del gruppo di centrodestra Grandi autonomia e libertà, è stato assegnato alla commissione Giustizia. Il relatore designato è l’ex sottosegretario Pdl alla Giustizia Giacomo Caliendo.
Attualmente il concorso esterno è punito allo stesso modo della partecipazione all’associazione a delinquere di stampo mafioso (art. 416 bis del Codice penale) con una pena detentiva dai sette ai dodici anni. Viene applicata cioè la norma generica sul reato in concorso (art. 110 Cp) che punisce i rei ‘concorrenti’ con la medesima pena. La proposta Compagna introduce due nuovi articoli, collegati al reato di favoreggiamento: il 379 ter e il 379 quater, favoreggiamento di associazione di tipo mafioso e assistenza agli associati. In particolare, il favoreggiamento, che sostituirebbe il concorso esterno, precede che “fuori dai casi di partecipazione” all’associazione, “è punito con la reclusione da uno a cinque anni” chi “agevola la sopravvivenza, il consolidamento o l’espansione” di un gruppo mafioso. Con una pena massima di cinque anni viene esclusa quindi la possibilità di disporre intercettazioni e si allenta anche l’automatismo del provvedimento di sequestro dei beni per i sospettati di questi reati.
“Il concetto – ha spiegato ai cronisti il senatore Caliendo – è individuare il precetto, perché il reato di concorso esterno è una innovazione giurisprudenziale ma che non ha un aggancio legislativo”.