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Usa/ Terrorismo, Obama cambia mira, rilancia chiusura Guantamano
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Usa/ Terrorismo, Obama cambia mira, rilancia chiusura Guantamano

Usa/ Terrorismo, Obama cambia mira, rilancia chiusura Guantamano
Detenuti in Yemen. Vera minaccia è terrorismo interno


Washington, 23 mag. (TMNews)
– Un discorso a tutto campo, che mira a riposizionare la lotta al terrorismo degli Stati Uniti: è quello tenuto da Barack Obama oggi alla National Defense University di Washington. Pur sottolineando che la minaccia del terrorismo esiste, e che l’uso di certe tecnologie come i droni in Afghanistan e Pakistan è “legittimo”, il presidente degli Stati Uniti ha segnato un distacco con il passato su alcuni punto essenziali. Innanzitutto rilanciando la chiusura del carcere di Guantanamo, promessa elettorale del primo mandato poi sempre disattesa. Poi sottolineando la minaccia del “terrorismo interno”, quello degli americani folli e alienati, rispetto agli attentati del “nemico esterno” mai avvenuti negli ultimi dieci anni.

E poi, Obama ha dichiarato che bisogna ripensare la strategia dell’antiterrorismo. Perché una guerra perpetua “sarebbe persa in anticipo” in assenza di strategie che giungano alle radici dell’estremismo. Un tema che riapre la famosa “mano tesa al Medio Oriente” che era stata la sua strategia dichiarata quattro anni fa. “Non possiamo far ricorso alla forza ovunque si instauri una ideologia radicale. E in assenza di una strategia che riduca l’estremismo alla fonte, una guerra perpetua – che sia tramite i droni, i commando o l’esercito – sarebbe persa in anticipo”.

Su Guantanamo, il presidente ha avuto parole dure che faranno la gioia dei ‘liberal’ che lo hanno criticato per non aver mai chiuso il carcere sull’isola di Cuba. “Guantanamo è divenuta il simbolo dell’America che aggira la legge”. Le premesse per aprire il carcere”sono state dichiarate incostituzionali cinque anni fa”. Obama ha addossato al Congresso la responsabilità di aver bloccato la chiusura: “Ho trasferito 67 detenuti in altri paesi prima che il Congresso imponesse delle restrizioni”.

“Mentre tagliamo investimenti nell’educazione e nella ricerca”, ha spiegato Obama, “spendiamo 150 milioni di dollari l’anno per tenere in prigione 166 persone”. Il presidente ha poi ricordato i prigionieri che hanno deciso di fare lo sciopero della fame e che sono alimentati forzatamente: 103 sul totale. “E’ questa l’America che vogliamo lasciare ai nostri figli?”.

Quanto alla minaccia del terrorismo, è sempre presente ma “Con dieci anni di esperienza a cui attingere, ora è il momento di porci domande difficili sulla natura delle minacce di oggi, e su come affrontarle”. Anche perché in questi anni gli Usa hanno speso più di 1.000 miliardi di dollari in guerra, facendo esplodere il nostro deficit e limitando la capacità di fare crescere il nostro Paese”.

E il vero pericolo non viene dall’esterno. Obama ha spostato il mirino dell’antiterrorismo puntandolo dentro i confini: il terrorismo domestico è “una minaccia concreta”. Quanto a Al Qaida, “ormai spende più tempo a pensare come difendersi che a complottare contro di noi”, e gli estremisti qaidisti “non hanno diretto gli attacchi a Bengasi o a Boston. non hanno condotto un attacco con successo in America dall’11 settembre”. Semmai è diventata una galassia, sicché “Dallo Yemen all’Iraq, dalla Somalia all’Africa del Nord, la minaccia è oggi più diffusa”, ha detto Obama.

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