ZTL sì, ZTL no. La proposta di un gruppo di cittadini di allargare la ZTL di Asti sta generando scambi di opinioni e discussioni pubbliche e private in città. Facile capire e prendere una posizione
ZTL sì, ZTL no. La proposta di un gruppo di cittadini di allargare la ZTL di Asti sta generando scambi di opinioni e discussioni pubbliche e private in città. Facile capire e prendere una posizione per un tema avvertito come rilevante. Nel giro di pochi giorni quasi 120 persone hanno risposto a una domanda sul sito della Nuova Provincia (per la cronaca, il 77% è favorevole, il 22% no e solo l1% si dichiara non interessato).
Non stupisce. La dimensione più propria della rete, internet, non è quella informativa ma quella relazionale. Ma come si modifica allora quella particolare relazione che intercorre tra la pubblica amministrazione e i suoi cittadini? Il tema è uno dei temi giganti della rete, uno dei cardini su cui si appoggia la cosiddetta agenda digitale, uno degli snodi da cui passa unidea di sviluppo, di qualità della vita e di competitività del sistema.
Ciò che sappiamo è che laddove cè partecipazione, anche attraverso la tecnologia, cè innovazione. E generazione di valore aggiunto. I territori, le città, si sfidano allora su un nuovo terreno: sulla capacità non solo di connettere le persone e i saperi ma di gestire una partecipazione attiva, di costruire modelli che consentono alle persone, che siano geni o meno non importa, di partecipare. Ci sono città sensibili e altre sorde al tema, città che si fermano ai proclami e altre che si applicano con strumenti e metodo, città intelligenti e facili (le famose smart cities) e altre ignoranti e "difficili". E anche questo non stupisce.
Segnalo la storia di Pordenone. Me la raccontava con un malcelato, giustificato, entusiasmo qualche mese fa, Sergio Maistrello, studioso e sperimentatore della rete fin dalla prima ora, giornalista professionista, esperto in applicazioni sociali di internet e coinvolto nella vicenda. Cosa si farà mai a Pordenone di così originale? A Pordenone internet, la rete e la partecipazione serve a rifare il Piano Regolatore Generale. La sfida – spiega in un video Monia Guarino, responsabile Progetti partecipativi – non è tanto avere un piano regolatore online, norme e tecniche facilmente accessibili ma sta nel far sì che sia il cittadino a partecipare alla costruzione, con linguaggi semplici, di temi che entreranno nella quotidianità di tutti.
Il Comune per il piano regolatore non è partito da unidea specifica di città, da un numero di abitanti attesi. La prima domanda è stata se e come il suolo cittadino può sopportare la vita e loperosità del territorio senza compromettere lecosistema naturale (produzione di cibo, depurazione delle acque, fenomeni legati al clima…). E se dunque ci sono margini di crescita ulteriore o se non sia il caso di fermarsi o, addirittura, di fare qualche passo indietro, se servisse anche negoziando i diritti edificatori pregressi e ripristinando delle aree naturali.
Ma il punto arriva ora. Il secondo motivo di originalità – spiega Maistrello – è che tutta la fase di analisi che precede la progettazione è stata svolta in gran parte insieme ai cittadini. Da luglio a oggi la città è stata coinvolta in un percorso partecipativo che, attraverso incursioni urbane, convegni, laboratori civici, incontri informali e visite sul territorio (con quasi 500 persone su una popolazione di 50.000, il proverbiale 1%). Non si è trattato soltanto di animazione e acquisizione di consenso, ma di coprogettazione a tutti gli effetti: dal lavoro collettivo di questi mesi emerge una relazione approfondita contenente le tracce di una visione condivisa della città, della sua identità, delle sue criticità e delle sue aspirazioni.
I tecnici arriveranno dopo e lavoreranno sullanalisi dello scenario socio economico e su questa visione condivisa ma, udite udite, la partecipazione civica proseguirà fino allapprovazione del nuovo piano regolatore: ogni passaggio chiave sarà condiviso e discusso con la comunità, così come previsto dal bando di gara (a cui stanno partecipando alcuni dei maggiori studi nazionali di pianificazione territoriale). Lapprovazione definitiva è stimata per la metà del 2014, mentre lanno in corso dovrebbe partorire una strategia tecnologica del territorio.
Ovviamente è tutto online: Pordenone più facile. Su Twitter si discute su #pnfacile.