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A quando qualche pista ciclabile in più?
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A quando qualche pista ciclabile in più?

L'accorata richiesta di un nostro lettore, all'indomani del tragico incidente che è costato la vita a un giovane ciclista. Ulteriore conferma che muoversi sulle due ruote nelle nostre città è pericoloso. Secondo l'Asaps, associazione amici della Polizia Stradale, nel 2013 la bici diverrà il mezzo più a rischio: quasi ogni giorno una persona in bicicletta muore e 40 finiscono in ospedale

Mercoledì è morta in bicicletta, investita da un’auto una giovane vita! Esprimo il mio più profondo cordoglio alla famiglia del ragazzo. In me sentimenti di amarezza, rabbia, impotenza: le vittime delle due ruote sono ormai sempre più frequenti! Quando le nostre istituzioni nazionali e soprattutto cittadine prenderanno dei provvedimenti? Sono un medico astigiano ed in città mi muovo prevalentemente con la bici, ma i rischi sono eccessivi; eppure la città dovrebbe essere soprattutto delle persone e non delle auto. A quando qualche pista ciclabile degna di questo nome! Perchè i nostri amministratori sono miopi?

Qualche tempo fa sono stato a Berlino, capitale della Germania, non una piccola città di provincia come la nostra, eppure là le piste ciclabili sono in entrambe i sensi di marcia; al mattino si vedono molti genitori che accompagnano a scuola i propri figli in bicicletta; qui, invece alle 8 e dopo le 13 davanti alle scuole è possibile vedere le auto dei genitori in seconda fila!

Sarebbe troppo dispendioso per le Amministrazioni pubbliche favorire almeno un po’ l’impiego di mezzi che non inquinino; la nostra città, lo sappiamo, è una delle più inquinate d’Italia; non si potrebbe, ad esempio, per fare ciò destinare una parte dei proventi dei parcheggi a pagamento. Invece si sono versati fiumi di inchiostro e di parole per l’allargamento dell’isola pedonale che è risibile (poco più di una curva). Spero si faccia di più per chi usa la bici (qualche pista ciclabile in più e qualche parcheggio in meno), per muoversi in una città più pulita e più sicura.

Paolo Sandrone

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