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Accademia della Cucina Italiana: tappa a Baldichieri per la Delegazione astigiana

Presieduta da Massimo Malfa, ha fatto tappa presso “Madama Vigna” dopo la serata enogatronomica da Bardon

Serata da ricordare per la delegazione astigiana dell’Accademia Italiana della Cucina quella da poco trascorsa nel cuore dell’astigianità. Dopo i picchi d’eccellenza del Ristorante Da Bardon la delegazione presieduta da Massimo Malfa ha fatto tappa a Baldichiari d’Asti presso la trattoria Madama Vigna, la dove la tradizione è ben consolidata e supportata da una passione senza pari.

Questo è il caso di Gianni Basano che da più di vent’anni dirige l’albergo ristorante. Instancabile la sua ricerca dei migliori prodotti disponibili sul mercato locale, stesso impegno vale per la selezione dei vini. Un esempio per tutti, i salumi di Bruno Germano e il Viognier di Domenico Capello, vere chicche di bontà. In sala a ricevere i commensali dell’Accademia locale, oltre a Gianni Basano e alla figlia Magda, anche Alessandro Marmo, tra le anime indispensabili del locale astigiano così come le chef Livia e Laura Urcan.

Storia dell’Accademia

L’Accademia astigiana ha radici nel 1962 grazie al fondatore Vittorio Faletti. Dal ’74 è delegato Giovanni Goria, ruolo ricoperto per circa 30 anni, vice presidente nazionale e Presidente del Centro Studi Franco Marenghi. Era delegato onorario di Asti ed iscritto nell’Albo d’Onore dell’Accademia Italiana della Cucina. Negli anni ’80 e ’90 è stato coinvolto nell’organizzazione delle manifestazioni gastroenologiche di Asti e del Piemonte; per la Rai ha condotto la rubrica televisiva settimanale “Menù di stagione” con Ave Ninchi e quella radiofonica “Il commensale di gusto”.

Dal 2004 al 2019 il delegato è stato Piero Bava e, dal 2019 l’incarico è ricoperto con grande passione da Massimo Malfa. Per 60 anni la Delegazione astigiana ha operato in un territorio fantastico sia per la storia,  per la cultura, per la natura e per l’enogastronomia; infatti la provincia di Asti comprende nel suo territorio, una parte del bellissimo Monferrato con la città di Moncalvo famosa per il tartufo, il bue grasso e le scappatelle di Vittorio Emanuele III; una parte delle bellissime Langhe con la perla di Roccaverano ed il vasto comprensorio dell’Astesana che deve renderci orgogliosi del nostro passato e non vorrei esagerare ma anche il Roero è stato per secoli sotto la giurisdizione di Asti e dunque ha subito la nostra influenza anche gastronomica.

La cucina è una delle espressioni più profonde della cultura di un Paese: è il frutto della storia e della vita dei suoi abitanti, diversa da regione a regione, da città a città, da villaggio a villaggio. La cucina racconta chi siamo, riscopre le nostre radici, si evolve con noi, ci rappresenta al di là dei confini. È frutto della tradizione e dell’innovazione e, per questo, da salvaguardare e da tramandare.

 L’Accademia e i suoi obiettivi

Fondata il 29 luglio 1953, a Milano, da Orio Vergani, con un gruppo di qualificati esponenti della cultura, dell’industria e del giornalismo, l’Accademia Italiana della Cucina, dal 2003 Istituzione Culturale della Repubblica Italiana, ha lo scopo di tutelare le tradizioni della cucina italiana, di cui promuove e favorisce il miglioramento in Italia e all’estero. Attraverso il suo Centro Studi, le sue Delegazioni e Legazioni in Italia e nel mondo, l’Accademia opera affinché siano promosse iniziative idonee a diffondere una migliore conoscenza dei valori tradizionali della cucina italiana, che costituiscono la base per ogni concreta innovazione. L’ammissione all’Accademia è preclusa a quanti abbiano interessi nella ristorazione e nelle scuole di cucina.

 

 

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