Che qualcosa stesse scricchiolando nell’amministrazione comunale di Albugnano si era già avvertito nella riunione dei giunta del 3 novembre scorso, quando la sindaca Aurora Angilletta era stata messa in minoranza dal vicesindaco Dario Nebbia e dall’assessore Franco Binello sulla proposta di nomina del presidente dell’Enoteca Regionale Andrea Maria Pirollo, contro il candidato indicato dalla prima cittadina Marco Vai. La sindaca avrebbe voluto un candidato super partes, mentre la giunta ha preferito uno dei soci. Ieri la conferma della crisi con le dimissioni in blocco di cinque consiglieri: oltre al vicesindaco e all’assessore, hanno rimesso il mandato Franco Carossa, Enrico Malfetti e Mauro Roggero. Si apre dunque la strada al commissariamento nel piccolo comune del nord Astigiano dopo la conferma da parte della Prefettura.
La sindaca ha pubblicato un lungo post sulla pagina social del Comune di Albugnano per spiegare ai cittadini gli eventi delle ultime ore: «Tengo a sottolineare che tali dimissioni sono arrivate nonostante fosse in programma nei prossimi giorni una riunione di preconsiglio ed un consiglio comunale – scrive Angilletta – quindi i colleghi consiglieri avrebbero avuto occasione di esporre la problematica di persona in modo da capire se era ancora possibile trovare una soluzione ed evitare il commissariamento. Oggi mentre aspettavamo la formalizzazione delle stesse dimissioni da parte della Prefettura abbiamo tentato di programmare un consiglio straordinario per consentire almeno la ratifica dell’ultima variazione fatta di giunta quasi due mesi fa, ma non hanno neppure risposto né a me né al segretario. Forse siamo ormai in una società in cui invece di prendersi le proprie responsabilità (ricordo infatti che sono stati eletti da voi con dei precisi doveri) ed affrontare i problemi, si cerca la via più facile per sottrarsi ad essi».
Le motivazioni che la sindaca ha ricevuto per la decisione dei consiglieri dimissionari sono tutte dello stesso tenore: mancanza di condivisione delle decisioni.
«Non si parla di casi specifici – spiega Angilletta – per cui posso solo dire, in piena tranquillità e trasparenza, che qualsiasi decisione presa è stata portata all’attenzione della giunta o del consiglio (come previsto e doveroso fare) e in queste sedi le proposte sono state quasi sempre approvate all’unanimità (quasi perché abbiamo registrato rari casi di astensione). Nei primi mesi di mandato abbiamo fatto delle riunioni per valutare intenzioni e proposte (anche se spesso sono risultati dei monologhi della sottoscritta a cui rispondevano con cenni di assenso e nulla più), poi è arrivato il Covid e mi sono trovata completamente sola ad affrontare dubbi, pressioni e preoccupazioni. In ogni caso come per la cittadinanza il mio telefono personale è sempre rimasto acceso 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 e la mia porta sempre aperta: ma a parte rari casi di loro visita o telefonata solo per interessi personali, nessuno di loro si è mai fermato a chiedermi come procedesse l’attività di gestione del comune, come andavano le cose in generale o se avevo bisogno di supporto. Quando mi sono proposta per la carica di sindaco, perché non vi erano fra loro altri volontari, avevo chiesto esplicito supporto a ciascuno (ed infatti a ciascuno era stata assegnata una delega specifica) visto che ho anche un lavoro dipendente a tempo pieno e tre figlie piccole, ma il supporto è svanito dopo appena poche settimane dalle elezioni».
Un gesto che Angilletta ha considerato molto grave da parte dei consiglieri oggi dimissionari è l’aver disertato il consiglio comunale del luglio scorso: «Gli stessi colleghi consiglieri non si sono presentati alla seduta – dice – venendo meno ai propri doveri ed alle attese di chi li ha votati, comportando un grave disagio ai presenti e dimostrando poco rispetto verso il lavoro fatto dai dipendenti per la preparazione dello stesso. Quindi abbiamo concordato di fare un preconsiglio, ove per oltre due ore ho dimostrato che tutte le decisioni prese in questi pochi anni di mandato erano state condivise in sede di giunta e consiglio, senza ricevere alcun tipo di replica; per cui ho pregato il capogruppo di raccogliere queste esigenze di confronto e programmare i prossimi incontri, ma anche in questo caso non ho più ricevuto notizie al riguardo».
La rottura definitiva si è dunque consumata in occasione della nomina del presidente dell’Enoteca Regionale: «La mia richiesta era quella di dare due nominativi all’assemblea dei soci dell’Enoteca da votare anziché accettare solo la candidatura di Andrea Pirollo (che fra l’altro ha dato le dimissioni dal consiglio comunale appena 6 mesi fa per cui non mi sembrava coerente appoggiare questa sua candidatura) inserendo la disponibilità anche di una persona super partes, sempre di Albugnano ma non socio dell’Enoteca, Marco Vai. La mia proposta in giunta è stata bocciata e quindi abbiamo deliberato con 2 voti favorevoli ed 1 contrario di proporre in Assemblea solo il nome di Andrea. Probabilmente questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il loro vaso: il mio non di certo, visto che siamo in un paese libero e democratico dove si fanno delle proposte, si discute liberamente e poi passa la maggioranza».
Si apre ora la fase del commissariamento del Comune con la nomina di Renzo Remotti già effettuata dal prefetto. Il passaggio di consegne dovrebbe avvenire già nella giornata di oggi, sabato.
Aurora Angilletta trae le sue conclusioni sullo svolgimento del suo mandato bruscamente interrotto: «Personalmente credo di non aver nulla da rimproverarmi – afferma nel suo messaggio ai cittadini – ho dedicato anima e corpo a questo ruolo, mettendo in secondo piano spesso la mia vita personale e prendendomi tutte le responsabilità del caso. Ho dato udienza a tutti, sono sempre stata disponibile ad ascoltare e molto sincera e diretta nelle risposte, magari non sempre sono piaciute ma anche a me non è mai piaciuto illudere le persone creando delle aspettative di soluzione laddove non ci sono. Forse sono stata troppo operativa e assolutamente apolitica: credo che il nostro paese non abbia bisogno di bloccarsi di fronte ad ipotetiche problematiche, a dei “poi vediamo…”: ogniqualvolta mi si è presentata una sfida ho cercato di trovarne la soluzione. Forse ho cercato di andare oltre quello che era il ruolo del sindaco, dando supporto anche a problematiche e iniziative fuori dall’ambito amministrativo e questo li ha confusi, credendo che avrei dovuto chiedere loro il permesso di farlo».
Il bilancio delle cose fatte è corposo e Angilletta le rivendica con orgoglio: «In questi 3 anni sono stati portati avanti oltre una quindicina di progetti pubblici mediante fondi ministeriali e bandi di ogni tipo, su immobili, strade e infrastrutture; sono stati aggiornati una dozzina di regolamenti interni e fatto aggiornare lo statuto; sono stati istituiti gli incontri con la popolazione e la redazione del Bilancio Sociale; abbiamo cercato con i volontari di ravvivare le manifestazioni nonostante i periodi di lockdown; è stata posta maggior attenzione ai più piccoli; è stato fatto il possibile per aiutare le aziende e le famiglie più deboli colpite dall’emergenza sanitaria (promuovendo bandi, stanziando fondi, scontando la TARI, ecc.); ho personalmente intessuto buoni rapporti con le associazioni culturali presenti sul territorio ma anche ottimi rapporti interregionali per valorizzare il territorio e le nostre tradizioni. Penso di aver dato il massimo impegno su ogni fronte, tecnico, sociale, amministrativo e culturale. Ringrazio tutti i dipendenti e collaboratori comunali. Ringrazio tutti i cittadini che mi hanno parlato (e sottolineo parlato di persona o al telefono), esprimendo la loro opinione sia che fosse positiva o negativa: la vostra opinione è un punto essenziale del lavoro di un sindaco per poter capire se ha centrato o meno gli obiettivi che si era posto, e capire quali siano le necessità vere della sua popolazione».
La conclusione di congedo dai cittadini porta con sé una comprensibile amarezza: « In questa pausa forzata mi prenderò un periodo sabbatico in cui valutare a mente fredda quanto successo, anche se non credo di dovermi rimproverare nulla – conclude Angilletta – mi dispiace moltissimo però che la decisione di alcuni consiglieri irresponsabili porterà al blocco completo della progettualità, all’accesso dei fondi PNRR che avevamo già vinto, ad un danno economico enorme al nostro piccolo comune, dopo che avevo cercato in questi anni di ottimizzare i costi e recuperare i crediti. E’ un danno che Albugnano non si meritava! Lavorare come sindaco è stato un onore e un privilegio: mi sento arricchita di una grande esperienza, non solo lavorativa, ma anche di vita che porterò sempre con me».