Nuova puntata per la nostra rubrica che ospita le idee dei lettori su come cambiare un pezzo della città (virtuale, organizzativo, urbanistiico, sociale, ludico) attingendo quasi esclusivamente alle
Nuova puntata per la nostra rubrica che ospita le idee dei lettori su come cambiare un pezzo della città (virtuale, organizzativo, urbanistiico, sociale, ludico) attingendo quasi esclusivamente alle idee e ben poco al portafoglio, visto che le casse di amministrazioni, enti ed associazioni languono pericolosamente. Idee a chilometri zero di chi non ci sta alla rassegnazione imperante di una città sempre più depressa e suggerisce piccoli accorgimenti che possano rivitalizzarla.
Questa settimana il suggerimento arriva dallarchitetto Giovanni Currado, progettista, pianificatore ed esperto di mobilità urbana. Se anche voi avete qualche idea da tirare fuori dal cassetto inviatela a d.peira@lanuovaprovincia.it
Ad Asti, uno dei primi temi da affrontare è quello delle auto in circolazione nelle zone di impianto storico. Ad Asti girano troppe auto, senza alcuna logica e spesso attraverso il centro storico e la Ztm, anche per andare in zone che potrebbero essere raggiunte utilizzando le strade a corona. Per trasformare Asti in una città competitiva – dal punto di vista turistico – e sostenibile – dal punto di vista ambientale – è necessario rivedere il sistema della mobilità urbana. La stessa potrebbe essere migliorata sia con interventi immediati sia con un più vasto progetto di gestione del traffico pendolare. Già nel 1933 il Piano Fagnoni (Piano Regolatore che ha disegnato la città pubblica e le espansioni della città moderna) prevedeva una strada di collegamento tra i quartieri nord/ovest e sud/est al fine di evitare che il traffico automobilistico andasse ad intaccare le vie del centro, in particolare piazza Alfieri, oggi invece congestionata dal traffico veicolare in attraversamento NORD SUD (criticità aumentata in modo esponenziale con lapertura del nuovo ospedale). In un recente studio fatto per conto del Comune e della Provincia abbiamo stimato che, ogni giorno, arrivano ad Asti almeno 32mila auto, ovvero 64mila ingressi e uscite dalle principali arterie cittadine. In questo momento Asti sta sopportando un traffico al di sopra delle proprie potenzialità e con una struttura stradale inadeguata. Prendiamo ad esempio corso Dante: è interessato da un traffico veicolare di attraversamento interquartiere; bisogna impedire alle auto di scendere in piazza Alfieri dove, davanti al Cocchi, il conflitto con lo storico e fondamentale attraversamento pedonale, legato anche alla funzione di loisir e tempo libero della piazza, genera una cronica congestione stradale. Insomma è una vera trappola per topi! Rilevata e riconfermata la funzione storica della piazza, la logica conseguenza è quella di spostare tutto il mercato in piazza Alfieri, sia internamente che sullanello esterno e sulle via adiacenti, così come avviene per la Fiera Carolingia, lasciando la vicina piazza del Palio libera a parcheggio. Nei restanti giorni della settimana piazza Alfieri dovrebbe essere accessibile solo da sud con ingresso dalla parte fronteggiante i portici Pogliani. Si potrebbe così estendere la ZTL a tutto corso Alfieri, almeno sino a piazza Santa Maria Nuova. Le auto che arrivano da nord dovrebbero essere indirizzate nel parcheggio dellex Caserma Colli di Felizzano mentre piazza del Palio con i suoi 2500 posti strategici verrebbe riconfermata come area a parcheggio gratuito. Si potrebbe ipotizzare, almeno per la parte posta in adiacenza al Centro Storico, un pagamento, anche a tariffa ridotta, per garantire un maggior turn over delle auto a supporto delle attività commerciali del centro. Oggi, nei giorni di mercato, questi posti si dimezzano e poiché i 10mila pendolari che arrivano ad Asti cercano di parcheggiare prevalentemente in zone gratuite, ecco che mercoledì e sabato si crea la congestione. Ne consegue che piazza del Palio dovrebbe rimanere a parcheggio sempre, con conseguente spostamento e trasferimento delle manifestazioni attualmente lì organizzate nelle piazze e nelle vie del centro storico. Poiché le auto devono essere disincentivate a raggiungere il centro, ecco limportanza di creare parcheggi scambiatori allingresso della città, collegati con navette anche più capienti di quelle elettriche. Parcheggi come lEsselunga di corso Ivrea, il Pam di corso Torino, la Coop di corso Alessandria devono diventare zona di sosta collegate da un efficiente servizio di trasporto pubblico. Le navette dovrebbero però avere un percorso molto più esteso di quello attuale e coprire tutto corso Torino, lintero corso Alfieri (trasformato in ZTL), corso Alessandria almeno fino al passaggio a livello zona McDonalds o addirittura fino alla rotonda del casello Asti Est, così da inglobare la zona industriale. Devessere contestualmente rivisto il trasporto pubblico delle frazioni eliminando il coacervo di doppioni tra bus urbani, frazionali, scolastici e suppletivi delle ferrovie, oggi scomodi e fruibili con biglietti diversi. Necessario è anche il ripristino delle linee ferroviarie Asti-Casale; Asti-Chivasso; Asti-Nizza e Asti-Castagnole-Alba per creare una sorta di metropolitana leggera utile per i pendolari, ma appetibile anche dal punto di vista turistico. Tutto questo devessere fatto creando una sola cabina di regia sul trasporto pubblico, con adeguato ufficio informazioni alla stazione. Il tutto finalizzato a rendere veramente competitiva lofferta del trasporto pubblico in alternativa alluso dell auto privata. Ma ci sono anche altri interventi urgenti. Bisogna dotare le strade, tutte, di adeguati marciapiedi che siano fruibili e non larghi solo 50 cm dove fanno fatica a passare due persone o le mamme con i passeggini, per non parlare dei disabili. Se si vuole creare una città turistica è necessario coinvolgere i negozianti chiedendo loro di rivedere gli orari di apertura delle attività. Almeno al sabato, giorno strategico per la presenza del mercato, gli esercenti dovrebbero osservare lorario continuato nella pausa pranzo; la gente, turisti compresi, sarebbe più invogliata a venire in centro, fare acquisti e fermarsi a mangiare in bar e ristoranti. Per rivitalizzare il centro città è necessario creare grandi e piccoli eventi collegati a vecchie e nuove proposte quale, ad esempio, i «safari supper», degustazioni itineranti che coinvolgono tutte le strade e le piazze del centro di Asti. Inoltre, per tali manifestazioni, ogni via o area andrebbe caratterizzata da una funzione prevalente e facilmente identificabile: la via dei fiori, la via del vino, la via delle piante ornamentali, la via dei prodotti a chilometro zero, la via dei musei, etc. LEnofila, che punta a diventare un polo fieristico di primaria importanza anche in vista dellExpo 2015, è uno dei quei contenitori isolati, ovvero non abbastanza inglobati nel resto del contesto urbano. LEnofila dovrebbe essere meglio collegata con le zone limitrofe, ma soprattutto diventare il vertice di un percorso direttamente interconnesso con la stazione ferroviaria. Una suggestiva ipotesi è aprire la piazza della stazione abbattendo ledificio che si affaccia su corso Gramsci per creare un grande galleria che colleghi stazione, Movicentro ed Enofila. L Enofila, struttura strategica per lo sviluppo turistico della città, avrebbe finalmente un affaccio prestigioso verso una spazio pubblico adeguato, di facile accesso, un percorso finalizzato a darle visibilità e immediata identificazione per turisti e visitatori, ma soprattutto che la unirebbe con il centro e con i luoghi storici della città pubblica, luoghi da cui ora è scollegata. Rivalutare la stazione è il primo passo per far diventare Asti una città logisticamente strategica per chi, pur lavorando nel triangolo industriale di antica memoria Torino, Milano o Genova, potrebbe comprare casa ad Asti. Fare di Asti, città di antico fascino legato alla storia dei suoi monumenti, di alta qualità urbana e ambientale, appetibile, con prezzi immobiliari accessibili per chi lavora a Milano, è un progetto strategico che devessere accompagnato dalla creazione di un nuovo collegamento diretto per Milano Rogoreto. Tale treno collegherebbe la nostra città al capoluogo lombardo in appena 1 ora e 20. Il 2015, oltre all Expo, sarà lanno di San Giovanni Bosco e si prevedono migliaia di turisti legati al bicentenario della sua nascita. Asti deve saper intercettare questi turisti con unofferta adeguata sia dal punto di vista dell accoglienza, sia sotto il profilo culturale, museale nonché enogastronomico. Il tutto per consentire ai turisti di allungare la permanenza media in città, oggi limitata a meno di 2 giorni. Come? Facendo consolidare la sua tradizione di città storica dei mercati e dei mercanti e valorizzando gli eventi che oggi sono concentrati in un giorno o in poche ore (vedi il Palio, Sagre, Vinissage. Fiere e feste di rioni e contrade) per estenderli allarco di almeno una settimana e pianificati a coprire tutti i mesi dell anno.
Architetto Giovanni Currado,
studioso del Progetto di Sistema di Trasporto Integrato per la realtà astigiana
(proposta raccolta da Riccardo Santagati)