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Arriva l'autunno: temperature in netto calo
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Arriva l’autunno: temperature in netto calo

Le previsioni del tempo per Asti e provincia dal 4 al 10 ottobre

Evoluzione del quadro meteorologico europeo: 4 – 10 ottobre

Mentre l’alta pressione tende ad estendersi dalla Penisola iberica alla Scandinavia, una depressione scende dall’Europa Centrale sui Balcani convogliando sul lato padano delle Alpi correnti d’aria settentrionale asciutta e fresca responsabili di cieli sereni tra ieri ed oggi e di un calo termico specialmente nei valori minimi che porta le prime gelate nelle valli e conche dell’Appennino Ligure.

Da mercoledì aumenterà la nuvolosità per l’arrivo di correnti umide da Nord-Est data la discesa di un nucleo d’aria polare dalla Russia che farà sentire i suoi effetti sul Nord-Italia già da mercoledì pomeriggio con l’ingresso di forti venti freddi sulla Pianura Padana e poi durante giovedì con qualche nevicata a quote medie sull’arco alpino ed un deciso calo termico nei valori massimi di temperatura che si manterranno tra i 15 ed i 18°C.

Nei giorni seguenti si alterneranno momenti nuvolosi a soleggiati, se il cielo si manterrà poco nuvoloso durante le ore notturne non si escludono le prime gelate anche nelle campagne piemontesi. Con l’inizio della prossima settimana è possibile che si abbia un ulteriore impulso freddo per la discesa da nord della aria fredda ristagnante sul Centro Europa che dai Balcani si è spostata a Nord delle Alpi.

Previsioni per i prossimi giorni in provincia

Martedì 4: cielo sereno con banchi di nebbia al mattino nelle valli; precipitazioni assenti. Freddo al mattino nelle valli e conche più fredde della provincia dove si scenderà a +2/3°C, ancora mite invece nelle ore pomeridiane. Estremi per Asti: +7°C/+22°C

Mercoledì 5: soleggiato al mattino con banchi di nebbia nelle valli, nubi in aumento dal pomeriggio fino ad avere cieli nuvolosi in tarda serata. Freddo al mattino nelle valli e conche più fredde della provincia dove di scenderà fino a +1/2°C, ancora mite invece nelle ore pomeridiane. Estremi per Asti: +6/+23°C

Giovedì 6: al mattino molto nuvoloso o coperto, tende gradualmente a schiarire a partire dal pomeriggio; generalmente asciutto anche se non si escludono locali piovaschi di passaggio al mattino con accumuli del tutto irrisori. Estremi per Asti: +10/+17°C

Venerdì 7: cielo generalmente parzialmente nuvoloso; precipitazioni assenti. Estremi per Asti: +6/+19°C

Per maggiori informazioni e previsioni più nel dettaglio vi invitiamo a seguire gli aggiornamenti di queste ultime con cadenza giornaliera qui e la nostra nuova rubrica dove verranno analizzate in modo approfondito le uscite dei modelli matematici a medio termine qui.

Il tempo in citta’ due secoli fa: 15/17 giugno 1791, neve e brina tardive

Lasciamo parlare l’abate Incisa che descrive un eccezionale ritorno di rigori invernali ad estate già iniziata.

14 maggio: a mattina ci fu alquanto di sole, poi temporale con alquanto di pioggia, indi sempre nuolo, e freddo a cagione della grandine venuta in questi giorni. [1] 15 maggio: alla mattina fu sole, e al dopo pranzo fu nuolo. Questa mattina ci fu gran brina, e ghiaccio, e ciò a cagione della neve caduta in Acqui, e suoi contorni ieri, o ieri l’altro, essendo venuta ivi la neve alta quasi un palmo [quasi 26 cm].

[1] 16 maggio: questa mattina fu nuolo, e vento freddo di mezzanotte con alquanto di sole prima e dopo il mezzodì. Questa mattina ci fu brina anche dura. Alle ore 4 venne temporale con grandine, e neve, e pioggia precipitosa che durò 20 minuti; ha presa tutta la Città, e si estese verso S. Carlo, inoltrandosi fino al tanaro, e dall’altra parte verso mezzanotte sino quasi a Variglie: metà degli orti furono coperti, l’altra appena tocchi: dietro al Castello non ci fu gran male, eccettuate le Cascine del Canonico (?), e del Curato della Cattedrale: toccò anche ai Cappuccini. Fuori porta S. Pietro non si è veduta, e quasi neppure la pioggia: a porta S. Quirico non ci fu gran male, e tutto il male degli orti fu alla barbacana (?). Ci consolò alquanto nella disgrazia che non fu tutta grandine, sebbene era alta mezzo palmo [13 cm], ma piuttosto neve compatta, che facilmente si legava insieme come all’inverno: in mezzo però ci si vedevano parecchi granelli di assoluta grandine.

Il più che possa patire saranno le uve, perchè i grani sono già vicini alla maturità, e si taglieranno più presto, e in qualche cosa ancora se ne verrà: le canepe non sono state atterrate, il che fa sperare che il male non sarà poi tanto grave: le uve sole sono quelle che hanno patito assai: i frutti non hanno patito molto. (…) La valle di S. Carlo, di S. Pietro, di Borgomale, e di S. Cristoforo sono stati più al bersaglio di tutto il resto, come anche il bricco detto di S. Jori. [1]

[1] Incisa S. G., Giornale di Asti, volume XVI

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