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Presa di posizione

«Assurdo l’obbligo di assicurazione contro le calamità, a pagare sono sempre gli imprenditori»

Roberto Dellavalle e Giansecondo Bossi, rispettivamente presidente e direttore di Confartigianato Asti, intervengono in merito alla Legge di Bilancio

«E’ assurdo che, mentre lo Stato non mette in sicurezza a dovere il territorio italiano dal punto di vista idrogeologico, nonostante l’aiuto fornito dai fondi del PNRR, gli imprenditori siano obbligati ad assicurarsi per i danni causati da eventi calamitosi».
Non usa mezzi termini il direttore provinciale di Confartigianato, Giansecondo Bossi, parlando del nuovo obbligo inserito nella Legge di Bilancio.
«Un’ipotesi in questo senso era circolata nei mesi scorsi – ricorda – ma poi non ne avevamo più sentito parlare. Poi, senza essere coinvolti come associazione di categoria a livello nazionale, abbiamo avuto la sgradevole sorpresa di vederla “ricomparire”. L’obbligo riguarderà tutte le imprese, per capirci dal macellaio al capannone artigianale, a prescindere dalle dimensioni e dal luogo in cui si trova la sede (se nel centro città o in zona esondabile). Servirà a copertura dei danni – causati da terremoti, alluvioni, frane e inondazioni – a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, nonché ad attrezzature industriali e commerciali».

Le difficoltà e le conseguenze

Bossi sottolinea anche le difficoltà pratiche. «Bisognerà vedere le variazioni di prezzo che interverranno sui premi assicurativi. Se almeno il Governo avesse previsto una polizza convenzionata per le imprese, con alcuni punti stabiliti “a monte” uguali per tutti, avremmo potuto discuterne. In questo modo, invece, ci sentiamo presi in giro».
D’accordo il presidente provinciale dell’associazione, Roberto Dellavalle.
«E’ anche emerso – aggiunge – che chi non dovesse adempiere all’obbligo si vedrà penalizzato in sede di assegnazione di contributi pubblici o altre agevolazioni finanziarie. Invece di sostenere un comparto che ha sempre dimostrato di contribuire all’economia e alla ricchezza dello Stato, il Governo impone nuovi oneri, anziché riconoscerne i meriti ed i valori».

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