Una folla silente, sotto un cielo grigio, ha trovato posto in piazza Gancia, nel parcheggio gremito di vetture, proprio dove si è spenta la vita del profugo diciottenne. La comunità africana ha partecipato numerosa, quella canellese si è unita al dolore «per la perdita di due vite – ha precisato il leader della comunità gambiana di Asti, Housman Kanelli – quella di Mafugi e quella di un ragazzo pakistano che, con questo episodio, ha visto svanire il sogno di una vita migliore». Presente anche una rappresentanza della comunità pakistana. «Non ci sono nemici. Siamo tutti fratelli, fuggiti dalla guerra, dalla povertà – hanno esortato dall’associazione Sotto il Baobab – Se avete un problema parlatene. Se qualcuno vi insulta, tirate dritto. L’integrazione dipende anche dai nostri comportamenti»
Una preghiera accorata e composta declamata dalle diverse religioni. L’Imam ha dato l’estremo saluto per i fratelli musulmani, i cristiani l’eterno riposo in italiano ed in inglese.
Una richiesta è stata rivolta al Governo. «Nei Centri vengono affiancati ragazzi di culture e lingue diverse. Certi episodi si possono evitare con più attenzione e mediatori culturali».