Il film, un cortometraggio di pochi minuti, è «Kid Auto Races at Venice». La data, quando fu proiettato per la prima volta, è il 7 febbraio 1914. Esattamente cento anni fa. Quel giorno e quelle
Il film, un cortometraggio di pochi minuti, è «Kid Auto Races at Venice». La data, quando fu proiettato per la prima volta, è il 7 febbraio 1914. Esattamente cento anni fa. Quel giorno e quelle immagini contrassegnano un evento epocale per la storia del cinema, la nascita di Charlot. Dopo lesordio davanti alla macchina da presa in «Per guadagnarsi la vita», uscito appena cinque giorni prima (in cui vestiva i panni di un aspirante giornalista in cerca di scoop), Charlie Chaplin, nella comica diretta da Henry Lehrman, dava infatti origine a una maschera che si sarebbe rivelata straordinaria, popolarissima e indelebile: quella del vagabondo con baffetti, bombetta, scarpe a punta, piedi piatti e canna di bambù.
La storia narrata in «Kid Auto Races at Venice» è molto semplice, una corsa di automobiline guidate da bambini che scendono veloci da un trampolino, filmate da una cinepresa davanti alla quale (felice presagio) Charlot transita continuamente, entrando nel campo di ripresa, nonostante i tentativi sempre più decisi del regista di allontanarlo, anche con calci e spintoni. Nulla di più né di diverso del disturbo dellomino baffuto, che si ripete senza sosta, e di una gestualità, sullo schermo, che appare ancora un po' grezza. Ma la divisa del vagabondo è sfoggiata con piglio beffardo e il costume di scena, di lì in poi, sarà per Chaplin un vero e proprio marchio di fabbrica. Perché Charlot, in quei pochi, decisivi fotogrammi, appare già nei tratti fisici e psicologici che lo renderanno riconoscibile al primo sguardo e amato in tutto il mondo.
A cento anni di distanza dalla nascita dellalter-ego chapliniano la Cineteca di Bologna, in collaborazione con lAssociation Chaplin e la famiglia del regista, inaugurando i festeggiamenti per limportante ricorrenza (che si protrarrà per tutto il 2014), ha deciso di riportare in sala «Kid Auto Races at Venice», lo scorso 3 febbraio, accompagnandolo con la versione restaurata de «La febbre dell'oro». Uniniziativa davvero lodevole, per far riscoprire anche alle nuove generazioni il talento sconfinato di unautentica icona della settima arte. Un evento significativo arricchito dalla pubblicazione di un romanzo inedito dellattore e regista inglese, intitolato «Footlights», scritto nel 1948. Quattro anni prima che venisse tradotto nelle immagini di «Luci della ribalta».
Paolo Perrone