La Shoah è una tragedia storica e umana che tocca tutti. Il silenzio delle vittime urla e sta alla memoria dei vivi ascoltarlo: gli anni passano (69 ad oggi, dal 1945) e il tempo rischia di
La Shoah è una tragedia storica e umana che tocca tutti. Il silenzio delle vittime urla e sta alla memoria dei vivi ascoltarlo: gli anni passano (69 ad oggi, dal 1945) e il tempo rischia di affievolire o lasciare spegnere la memoria; le poche e preziose testimonianze che ancora si hanno, i libri, i film, i diari, sono candele accese per non far spegnere la memoria. Ognuno nel suo piccolo, può fare qualcosa per non dimenticare. Passeggiando nel bosco di Cisterna, nel Bosco della Costituzione, voluto dai bambini e realizzato grazie all'aiuto delle loro maestre e genitori, riflettevo sulla giornata della Memoria, sull'importanza di leggere nei luoghi, una traccia di memoria. Non "archiviare" i fatti, scriverli
potrebbe far crescere nei giovani il senso della memoria. E dare giustizia a chi non c'è più.
Ogni albero qui nel bosco ricorda un diritto, ogni foglia sa di civiltà e di senso civico.
Un simbolo, piantato nella terra, un messaggio di speranza che insegna l'uguaglianza e i diritti dell'uomo fin da bambini.
"Scripta manent": allora perché non scrivere i nomi delle vittime nei luoghi che li ricordano? Come sui ciottoli del pavé del ghetto romano, dove sono impressi i nomi delle famiglie ebraiche deportate davanti alle loro case (altri esempi sono anche in Europa, ma sono ancora pochissimi). Scrivere i loro nomi, ricordarli leggendoli, dare un nome alle vittime. Sentirli vivi attraverso la materia, il "luogo". Fuori dalle scuole da dove sono stati banditi perché "ebrei" negli anni del regime nazi-fascita, per esempio. La Shoah non è una data-evento: sono visi, ricordi, vite spezzate, non cifre. Perché alla storia di un libro, non affiancare i nomi, nei luoghi di ciascuna città dove si è compiuto lo sterminio?
E nello stesso modo non dimenticare anche i nomi dei giusti, di coloro che hanno sacrificato la propria vita per quella di un altro o che hanno difeso a aiutato i perseguitati. Anche a loro va la nostra memoria.
p.s. 27 gennaio: nel 1945, le truppe dellArmata Russa liberarono il campo di sterminio di Auschwitz.
Dal 1953 una commissione, guidata dalla Suprema corte israeliana, ha ricevuto l'incarico di conferire il titolo onorifico di Giusto tra le nazioni (tutti i non-ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita per salvare quella dei perseguitati).
Ad oggi sono stati riconosciuti oltre 24.000 Giusti tra le nazioni, di cui circa 500 italiani.
C'è un bellissimo muro dei giusti al memoriale di Parigi (per esempio) e il "giardino dei giusti" presso il museo Yad Vashem di Gerusalemme. Ad ogni Giusto tra le nazioni viene dedicata la piantumazione di un albero, una pratica che nella tradizione ebraica indica il desiderio di ricordo eterno per una persona cara.