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Proviamo a guardare il mondo
giovanile senza il solito paraocchi

I fatti di attualità parlano chiaro! L'opinione pubblica ormai ha espresso il suo punto di vista decisivo, ancora una volta dettato da superficialità e da incomprensione e totalmente esente da

I fatti di attualità parlano chiaro! L'opinione pubblica ormai ha espresso il suo punto di vista decisivo, ancora una volta dettato da superficialità e da incomprensione e totalmente esente da un pur minimo senso critico. I giovani sono protagonisti di storie di disagio, solitudine, bullismo e violenza per colpa di alcol e droga. Aggiungiamo a tutto questo le "solite" bravate che si compiono da adolescenti, il fatto che siano una classe improduttiva e che la scuola sia allo scatafascio non per mancanza di fondi del governo ma per inettitudine degli insegnanti poco dediti al loro mestiere. Cosa ne viene fuori? Un'immagine deformata e stereotipata della realtà, tesa solo a sminuire i ragazzi e chi sta dalla loro parte, come i professori. Si innesca quindi una guerriglia, a cui non si possono tirare indietro politici e politicanti passandosi la patata bollente a vicenda e aumentando il malcontento generale. Qualche tempo fa avevo visto un meraviglioso cortometraggio realizzato dagli studenti di un liceo.

Il titolo era "L'abito non fa il monaco" e sulla scena c'erano una signora anziana e due baldi giovani, uno con gli abiti e l'atteggiamento tipico di un gangster, l'altro di una famiglia perbene, elegante e manieroso. La signora anziana perciò chiede a quest'ultimo di darle una mano a portare le buste della spesa. Detto fatto. Il ragazzo le afferra e si mette a correre a gran velocità e l'anziana donna avrebbe perso la sua spesa se non fosse tempestivamente intervenuto il giovane gangster ad acciuffare il mascalzone. Forse il corto è di per sé asciutto, sebbene trasmetta un messaggio profondo e sensazionale. L'intento dei liceali era un forte monito a dire basta alla standardizzazione della società e in particolare ai pregiudizi su di loro.

Dipinti come bamboccioni nullafacenti, sfigati e disinteressati a tutto (eccezion fatta per i gameboy e l'ultimo modello della Playstation), buoni a nulla e meno utili dei sacchi di patate! Ora non lo tollerano più! Abbiamo sotto gli occhi della vita quotidiana esempi di ragazzi che lavorano di girono per pagare le tasse universitarie e studiano di notte e molti altri esempi di volontà e di agire con abnegazione. Togliamoci dalla testa per una buona volta che Facebook, Tumblr, Ask e Instagram non sono sinonimi di verità dogmatica e leviamo quello scuro paraocchi, con cui guardiamo al mondo giovanile, retaggio delle manifestazioni e delle proteste del '68, quando si ottenne tanto per i ragazzi, nonostante tanto ancora resti da fare.

Marco Alpan

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