Non credo alla definizione, seppure evocativa, della guerra di religione per parlare degli attacchi dell'Isis. Prevalgono a mio avviso motivazioni politiche, che vogliono trovare una
Non credo alla definizione, seppure evocativa, della guerra di religione per parlare degli attacchi dell'Isis. Prevalgono a mio avviso motivazioni politiche, che vogliono trovare una giustificazione religiosa per dare un valore assoluto alle mire espansionistiche del progetto del Califfato. Motivazioni politiche e economiche con interessi verso le risorse dei paesi sottomessi militarmente e in cui si attuano subito nuove organizzazioni sociali e culturali. E via via che il Califfato acquista terreno si vede che il modello, nonostante le dichiarazioni, non è tanto la fede nell'Islam seppure continuamente sbandierata, ma l'imposizione di una forma di totalitarismo, di cui per altro l'Europa ha fatto scuola al mondo negli anni Trenta del Novecento.
Tutto ciò esercita una grande attrazione su alcuni giovani che cercano valori forti e che, anche se nati ed educati in paesi europei, non ne condividono gli stili di vita. Sono spesso giovani emarginati, ma non solo, a cui le forme deteriorate delle nostra democrazia non sanno dare risposta. Ovviamente neanch'io ho la soluzione per un problema mondiale di complessità inusitata, ma sono convinta che si deve fare il massimo sforzo istituzionale e culturale (e non di parole) per rafforzare la democrazia come modello politico e sociale.
Penso, inoltre, che sia molto importante conoscere meglio le nuove generazioni di origine straniera e di fede musulmana che vivono nel nostro paese e nella nostra città, valorizzare il loro apporto culturale e farli sentire compiutamente parte della società. In questa direzione ho fatto nello scorso anno scolastico un'esperienza molto interessante in un gruppo multietnico dell'Istituto Castigliano con un progetto sull'integrazione, che gli studenti hanno voluto intitolare "Caffelatte", dando la giustificazione che il latte e il caffè sono molto diversi ma insieme fanno una bevanda molto buona. E tutti gli studenti musulmani mi hanno spiegato con convinzione che l'Islam è religione di pace e che l'Isis nuoce prima di tutto proprio ai musulmani che vogliono vivere in pace.
Laurana Lajolo