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La Shoah di nonna Susannein una favola per bambini
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La Shoah di nonna Susanne
in una favola per bambini

C'era una volta una bambina con i capelli rossi, una bimba felice, che rideva sempre, una bambina che fu costretta a fare i conti con la brutalità della guerra, delle leggi razziali, dei ghetti,

C'era una volta una bambina con i capelli rossi, una bimba felice, che rideva sempre, una bambina che fu costretta a fare i conti con la brutalità della guerra, delle leggi razziali, dei ghetti, dei campi di concentramento e di tutti gli altri orrori della Shoah. Quella bambina, oggi nonna, si chiama Susanne Raweh e come tutte le nonne del mondo ama raccontare delle storie ai suoi nipotini, favole, poesie, filastrocche. Ma c'è una favola che Susanne ha voluto raccontare più delle altre: è la sua storia, quella di quando era bambina, quella dove i cattivi sono «cupi uomini dai capelli gialli, con addosso cappotti di pelle nera e alti stivaloni». La storia di Susanne è diventata così un libro raccontato con le semplici parole che troviamo abitualmente nelle favole ma anche disegnato per quei bimbi che ancora non sanno (e forse non sapranno per molti anni ancora) quale fu l'orrore vissuto dagli ebrei durante la seconda guerra mondiale.

"La storia della nonna bambina" (Gilgamesh Edizioni) è la storia della Shoah narrata ai bambini che, negli anni delle elementari e delle medie, possono avvicinarsi a questi temi con la leggerezza di una favola d'altri tempi. Essendo un libro per l'infanzia la vicenda di Susanne – dove comunque non mancano gli eroi, quelli che hanno permesso a lei è alla sua famiglia di salvarsi – è narrata anche attraverso i disegni di sua figlia Dafna Scholwald, immagini tracciate con quella essenzialità tipica dei lavoretti dell'infanzia. La ricorrenza del 25 aprile vuole ricordare chi ha combattuto per impedire che anche in Italia ci potessero essere tante altre piccole Susanne strappate alla gioia di un'età spensierata ma quei testimoni, i protagonisti della Resistenza, non ci sono più o sono sempre meno. L'idea del libro vuole essere quindi una testimonianza da lasciare ai nipoti, e ai nipoti dei nipoti, per far loro ricordare come siano fortunati a non aver visto o sofferto quello che la nonna bambina ha invece dovuto vedere e soffrire.

Nell'Astigiano ad aver raccolto il testimone di Susanne Raweh è stata la collega giornalista Roberta Arias (figlia di Sergio Arias, torinese, che a 13 anni visse gli orrori dell'Olocausto finendo in un campo di raccolta dal quale sopravvisse) e che ha conosciuto la Raweh e condiviso con lei l'importanza di raccontare ai bambini quelle storie perché la fiaccola del ricordo rimanga accesa nonostante il passare degli anni. Roberta Arias ha avuto la fortuna non solo di incontrare Susanne ma anche di presentare il libro in diverse occasioni. Noi siamo convinti che questo testo possa diventare un buon volume didattico sia per le scuole primarie ma anche per i genitori che non credono di essere pronti per raccontare la Shoah con quel linguaggio che userebbero nelle favole della buonanotte. Il libro di Raweh ha una sua morale ed è questo il compito che diamo alle mamme e ai papà, saper trovare le parole più adatte per trasmettere il valore di questa incredibile vicenda.

Ecco quindi che troviamo molto appropriate le parole usate da Roberta (qui il video della sua testimonianza in un'intervista rilasciata a GRP TV) nel descrivere questo libro come «un messaggio universale, un pezzo di storia di tutti, non solo del mondo ebraico. È un fiore in mezzo a tante sterpaglie e ferri arrugginiti e pungenti, ma è profumato, è fresco: è una piccola voce nel silenzio della memoria di milioni di vittime dei campi di sterminio, che si fa sentire chiara e dolce, ma non per questo meno diretta al cuore di chi la ascolta».

La storia della nonna bambina – La Shoah raccontata ai bambini
Susanne Raweh e Dafna Schonwald
ISBN 978-88-97469-17-9, pp. 24, 6 euro

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