Lo scorso autunno la classe II E della Scuola Brofferio si è recata a EXPO MILANO 2015 e, in una sala del padiglione zero, ha potuto osservare alcuni attrezzi agricoli utilizzati nel passato. Infatti
Lo scorso autunno la classe II E della Scuola Brofferio si è recata a EXPO MILANO 2015 e, in una sala del padiglione zero, ha potuto osservare alcuni attrezzi agricoli utilizzati nel passato. Infatti anche solo nel secolo scorso l'agricoltura era molto più complicata rispetto al giorno d'oggi. A questo riguardo la signora Avidano Luigina, oggi pensionata, che ha vissuto la seconda guerra mondiale, risponde ad alcune domande. L'agricoltura nel secolo scorso era molto più difficile da praticare, infatti non c'erano tutti i macchinari tecnologici di oggi come per esempio gli aratri grandi, le mietitrebbie, i trattori moderni; ogni lavoro agricolo era affidato alle forza-lavoro degli uomini. Anche il signor Girola Emiliano, marito di Luigina, ha raccontato che un tempo era un macellaio e, per avere della carne genuina da vendere, decise di acquistare dei terreni per far pascolare le mucche.
Come concime utilizzava il letame prodotto dalle sue stesse mucche e non utilizzava pesticidi per le piante infestanti. Ogni anno seminava grano o orzo in modo da avere sempre della paglia (stelo del grano) per il bestiame. Per ottenere il fieno utilizzavano un prato, l' erba veniva tagliata a mano col falcetto e lasciata seccare per terra, infine era imballata in tanti piccoli balutin. Oggi le grandi balle di fieno pesano circa tremila kg e si possono spostare in breve tempo ma solo con mezzi meccanici. Un tempo invece, per raccogliere i balutin i contadini ci impiegavano circa un giorno. Inoltre per separare la spiga del grano dallo stelo c'era la mietitrebbia, ma non quella che vediamo noi oggi che si chiama allo stesso modo, ma una molto più rudimentale.
Bisognava tagliare il grano con la falce e raggrupparlo in covoni poi inserirlo nella mietitrebbia e questa faceva il lavoro. La padrona di casa , poi, organizzava un pranzo a cui partecipavano anche i lavoratori. Per arare un campo non tanto grande ci impiegava diversi giorni e una volta con suo figlio si sono imbattuti in un nido di martlet: vespe molto aggressive che costruiscono il proprio nido sotto terra. Per fortuna sono riusciti a scappare senza essere punti!!! Nonostante la vita di campagna nel passato fosse veramente difficile, i coniugi Girola ricordano con affetto quei tempi passati e con piacere hanno raccontato la loro esperienza.
Alessandro Girola
Classe II E