La nostra intervista a Don Mauro Canta, il giovane parroco di San Pietro vicino ai ragazzi.A che età e in che modo hai capito quale sarebbe stata la tua vocazione? E come ha reagito la tua
La nostra intervista a Don Mauro Canta, il giovane parroco di San Pietro vicino ai ragazzi.
A che età e in che modo hai capito quale sarebbe stata la tua vocazione? E come ha reagito la tua famiglia?
Penso di averlo capito al termine degli anni del seminario, ma ho compreso il vero significato solo il giorno prima dellordinazione che è stata lundici giugno del 2011 e avevo ventiquattro anni. Lo capisci poco per volta con laiuto dei superiori. Io sono figlio unico, la mia famiglia ha reagito in un primo momento con molto stupore e con un po di paura, ma poi coinvolgendoli e vedendo che io ero felice erano contenti anche loro. Inizialmente avevano paura di perdermi però non mi hanno perso anche perché io sono di San Damiano quindi sono molto vicino a loro e di recente abbiamo vissuto unesperienza in famiglia che ci ha uniti molto in quanto ci siamo recati in Terra Santa.
Chi ti ha aiutato a prendere la decisione di intraprendere questo cammino?
Sicuramente una persona fondamentale è stata il mio parroco Don Antonio, che ancora adesso è a San Damiano, il quale mi ha sempre accompagnato in questo cammino, ma non solo, mi sono stati molto vicini anche i miei familiari e il parroco di San Pietro che mi ha accolto quando sono arrivato in questa parrocchia.
Considerando loratorio come una grande famiglia, ti riconosci nel ruolo di pater familias o di fratello maggiore?
Forse per letà che ho è più facile trovarsi un po come fratello maggiore, è vero che uno può trovarsi padre come accompagnatore spirituale allora può essere, però mi sento molto fratello perché ho ancora ventotto anni e sotto di me ci sono bimbi e ragazzi invece con gli adulti talvolta mi sento inadeguato per la differenza di età, ma cerco di accompagnarli con la preghiera e la meditazione.
Descrivi con tre aggettivi loratorio di San Pietro.
Direi interessante, perché stimola nel ricercare nuove iniziative; aperto, perché è rivolto a tutti coloro che vengono per la prima volta o coloro che si sono allontanati e direi anche bello forse è un aggettivo utilizzato troppo spesso, ma è bello perché indica qualcosa di buono e dove si sta bene.
Anna Marra