Erano gli anni 50 quando negli USA nasceva il Rock n Roll, e il primo album definito propriamente di questo genere fu That's All Right (Mama) di Elvis Presley. Gli idoli, insieme a lui, Chuck
Erano gli anni 50 quando negli USA nasceva il Rock n Roll, e il primo album definito propriamente di questo genere fu That's All Right (Mama) di Elvis Presley. Gli idoli, insieme a lui, Chuck Berry e Bo Diddley. Gli anni 60 riportano unevoluzione fatta di continue sperimentazioni, con Jimi Hendrix e la sua chitarra nuda, profonda, graffiante. E linfinita indecisione tra i Beatles e i Rolling Stones, padri del pop e del brit-pop, ma non così lontani dallistinto musicale del tempo, che li faceva emergere per poi scolpirli nella storia. Poi i The Who, i Doors. A cavallo con gli anni 70 ci furono John Bonam dei Led Zeppelin e la batteria rock, mentre a Londra i Sex Pistols davano vita al punk, la musica dellanarchia, della lotta al sistema, dei ribelli per natura. Difficile fare di meglio, ma prima con Jaco Pastorius e il suo basso solista, poi con la nascita dellhardcore e, sul finire, del grunge, gli 80 rilanciano levoluzione musicale ai livelli dei decenni precedenti, sfociando sugli anni 90 che sono quelli dellalternative rock e lindie.
Siamo nel 2000 quando prende il sopravvento lelettronica, e quello che viene definito post rock. E il periodo in cui siamo ora, passati 10 anni del nuovo millennio? Secondo alcuni critici, si è raggiunto lo stato in cui il rock è propriamente indecifrabile, ha subìto talmente tante variazioni, sfaccettature, modifiche, miscugli con altri generi, che non si distingue quasi più. La cosa affascinante però della musica rock, è che continuiamo a parlare di essa riferendoci sempre e comunque alloltreoceano o alla cultura britannica, trovandoci in difficoltà nellaffermare con orgoglio, che quella italiana fosse altrettanto fiorente e avesse altrettanto successo nel mondo. Sarà che eravamo più bravi a comporre musica classica in altri secoli, ma se parliamo di rock e tutto quello che ne consegue, come miti e leggende, le popolazioni anglo-sassoni hanno davvero qualcosa in più, che sia la lingua più adatta, o che sia lindole.
Eppure da sempre ne siamo così tanto affezionati e dipendenti, che è dal rock che incominciamo ad interessarci di musica, e dal rock passiamo quando iniziamo a suonare, quasi per gioco, in un gruppo, a 12 anni con tanta voglia di scaricare nella chitarra o nella batteria i problemi che nascono spontanei e hanno terribilmente bisogno di quello sfogo. Il problema serio, ad oggi, è come fare ad emergere, e per emergere non si intende per forza dover fare un disco, ma avere lopportunità di esibirsi con regolarità e di essere notati da orecchie attente. Ed è facile capire perché: il mercato, il business creatosi intorno alla musica, è diventata lunica cosa che conta, a discapito di nuova giovane e frizzante creatività. Se ci caliamo un attimo nella realtà astigiana in particolare, troviamo non diversa la situazione, e una fase di stallo che rispecchia quella su scala nazionale: se il momento è quello in cui si ascolta principalmente la musica che si balla, è ovvio che vanno pian piano estinguendosi quattro neomusicisti che vogliono mettere su un gruppo, e aumentano invece quei dj che con un computer e poco altro suonano quello che la gente richiede.
Daniel, 16 anni e una libreria musicale da fare invidia a Robert Fleming di Alta fedeltà, racconta di aver avuto lopportunità di suonare in un gruppo per 4 anni grazie allistituto in cui prende lezioni di chitarra, che come progetto ha anche quello di formare band per accostare lattività di musica di gruppo a quella individuale: La cosa più bella è vedere cosa si possa creare insieme, e io ho scelto da subito la chitarra per la sua essenzialità e perché è la base di tutta la musica che ascolto. Si parte suonando principalmente pop rock perché è più facile e coinvolgente, anche se poi andrebbe personalizzata Ma cosa non funziona? Le esigenze troppo diverse, la scelta dei pezzi, e poi i pochi concerti, una decina allanno soprattutto in bar e pub il cui obiettivo attrarre più giovani o a feste di paese, in cui la gente è troppo preoccupata a mangiare per fermarsi ad ascoltarti "
Staticità dunque, ma anche poca voglia di tendere veramente lorecchio per sentire se per caso cè qualcosa di nuovo, e attitudine sempre più frequente è quella di giudicare tutte uguali quelle band giovanili che fanno solo rumore, senza pensare cosa possa voler significare questo per loro, che la prendono invece molto seriamente. Cecilia, 18 anni e cantante fin dai 13, che ha già 4 gruppi diversi alle spalle, ricorda come si è avvicinata alla musica: Canto da quando ho 13 anni, ma fin da quando ne avevo 5 ho sempre sognato di imbracciare una chitarra ed entrare trionfalmente su un palco con i miei musicisti. Poi vedevo le garage band proposte da film americani in voga nei primi anni duemila, e quando scoprii che un ragazzo della mia scuola suonava il basso in una cover band, andai ad una delle loro prove. Caso vuole che il proprietario della sala prove fosse una sorta di talent scout di gruppi giovanili, e aveva intenzione di formare una nuova band di miei coetanei, per cui stava cercando una cantante. Ora cantare mi fa tirare fuori quella parte di me che se ne starebbe nascosta sotto le scarpe
Da lì in poi sono state diverse le possibilità che lhanno fatta maturare fino ad esibirsi col suo gruppo attuale, gli Hesperia, allEmergenza festival di Torino. Ero rimasta senza gruppo, ed ho incontrato i miei attuali musicisti, per caso o per destino, al mare. Loro erano stati abbandonati dalla voce precedente, perciò non esitai e feci un provino per far parte del loro gruppo, di cui condividevo ampiamente i gusti musicali; dopo neanche un mese mi chiamarono e da quel giorno tutti i sabati pomeriggio prendo un pullman per Canelli e li raggiungo per provare.
Ma come fare a non perdersi, a provare ad andare avanti in questo mondo difficile in cui non si sa bene come muoversi? Tenendo presente che la cosa più bella di un gruppo è la condivisione, bisogna dare valore a questo legame, che è unico, in cui ciascuno ha bisogno dellaltro per poter dare il meglio. La cosa più difficile è riuscire a far durare il più possibile lentusiasmo dei primi mesi, ed esibirsi con regolarità, che è davvero fondamentale. Solitamente cerchiamo i contatti dei locali e ci proponiamo per suonare live, facendo ascoltare ai gestori un paio di pezzi registrati, oppure ultimamente ci appoggiamo a unorganizzazione che si occupa di eventi. Credo che nellastigiano sia possibile costruirsi una buona base per crescere musicalmente, però è necessario iniziare a suonare nei locali del torinese per avere maggiore visibilità.
E se le chiedo di sognare, mi risponde nominando il Glastonbury festival, di fama internazionale e da cui sono passati molti dei gruppi oggi più famosi nella scena pop rock. Perché suonare, per noi giovani, può essere davvero unesigenza. Non per sfondare nel mondo della musica, ma per esserne semplicemente parte, per sfogo o per passione. Richard Curtis, regista del film I love radio rock, riassume il concetto in una frase che tra il cinismo e la rabbia nasconde quel fondo di verità per cui su ognuno di noi, che sia mai stato componente di una band, o semplice ascoltatore, nasce spontaneo un sorriso: Gli anni passeranno e i politici non faranno mai un cazzo per rendere il mondo migliore, ma in tutto il mondo i ragazzi e le ragazze avranno sempre dei sogni, e li tradurranno in canzoni.
Lorenzo Gilardetti