Cerca
Close this search box.
<img src="https://lanuovaprovincia.it/wp-content/uploads/elementor/thumbs/sorpresi-da-grillobrsorpresi-da-internetbre-i-giornalisti-56e3202e42dc21-nkk4s8cw1rej7ir7phgxo71n9jfzib3vg5vik0vnuw.jpg" title="Sorpresi da Grillo,
sorpresi da internet
E i giornalisti?" alt="Sorpresi da Grillo,sorpresi da internetE i giornalisti?" loading="lazy" />
Altro

Sorpresi da Grillo,
sorpresi da internet
E i giornalisti?

Sorpresi dal Movimento Cinque Stelle, sorpresi da internet. Nell'evidente difficoltà che larga parte del sistema di potere consolidato ha di rapportarsi al fenomeno conclamatosi con le ultime

Sorpresi dal Movimento Cinque Stelle, sorpresi da internet. Nell'evidente difficoltà che larga parte del sistema di potere consolidato ha di rapportarsi al fenomeno conclamatosi con le ultime elezioni mi sembra che si possa sottolineare anche un aspetto non squisitamente politico ma culturale in senso ampio, qualcosa che marca una distanza tra ciò che è nuovo e ciò che è vecchio. Tra un modello gerarchico e un modello sociale.

Se è vero che un pezzo dell'Italia ancora non usa in alcun modo la rete (i nuovi dati Audiweb) è anche vero che un pezzo crescente la usa e che una parte in particolare lo fa in modo consapevole: è quella più dinamica, perlopiù giovane, scolarizzata e che genera opportunità: con internet accede alle informazioni necessarie, discute, costruisce relazioni, lavora, confronta e fa circolare le idee, conosce le soluzioni, comunica all'interno dei gruppi e apre dialoghi con gli utenti (anche elettori) raccogliendo feedback preziosi  per il proprio sviluppo. Non è una novità dell'ultima ora che il blog di Grillo è uno dei siti più trafficati d'Italia, non scopriamo oggi l'attivismo della sua comunità, i modi aggiornati con cui il Movimento e i suoi componenti abitano la rete.

Non c'è un solo progetto (di business, di comunicazione, di governo) che può permettersi di ignorare il nuovo contesto di relazioni creato da internet. Eppure esiste, mi sembra, un sistema di potere e di relazioni tradizionali che ne ha una scarsa consapevolezza. Che non conosce la rete né quello che si può fare, che fatica a leggere anche quello che si sta già facendo. O che quantomeno fa resistenza ad aprirsi, a modificare il proprio modo di essere, a prendere atto che la rete pone le organizzazioni, anche i partiti, in un rapporto diverso, paritario, con i propri utenti, i propri elettori. Con internet le persone possono accedere, dire la propria, partecipare, dare consigli. Qualcuno glielo fa fare, in maniera consapevole e utile ai propri fini, e qualcuno no.

Ho preso lo spunto per questo post da Lucilla che su facebook mi interroga insieme ad alcuni giornalisti astigiani per conoscere una posizione professionale sul Movimento fondato da Grillo (sta raccogliendo molti spunti utili).

Rispondo che anche una parte di giornalismo sta faticando ad aprirsi e costruire un nuovo rapporto con i propri interlocutori, lettori, comunità o fonti che siano. Quanto a giudizi specifici non mi occupo di politica né faccio, e farei, endorsement per questo o quello. Mi capita di fare commenti su singoli episodi e temi della vita pubblica e mi piace il modello anglosassone di giornalismo, in cui le notizie sono separate dai commenti, pur sapendo che la scelta il racconto di una notizia è già di per sé frutto di un punto di vista e che del resto l'imparzialità non esiste (se qualcuno sostiene il contrario diffidate e regalategli Queneau).

Lucilla apre una seconda questione, che mi appassiona come giornalista al tempo di internet. Con i social network il profilo privato e professionale dei giornalisti si confonde in rete e la faccenda sta infatti diventando rilevante all'interno dei giornali. C'è chi è arrivato a normare modelli di comportamento ("se si è appartenenti a una organizzazione e si è riconosciuti come tali occorre seguirne le linee aziendali") mentre altri considerano tali norme una censura del diritto di espressione del cittadino. Si può leggere quello che scrive Anna Masera, social media editor La Stampa.

Ma non è finita qui. Per un giornalista su internet la responsabilità verso il lettore e utente come snodo informartivo, come aggregatore e filtro di una stragrande quantità di contenuti presenti in rete, diventa anche maggiore. Non credi Lucilla?

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Edizione digitale