Una poesia di Noemi Capra e Federica Ragusa
E’ appena finita la prima Guerra Mondiale,
e il razzismo in Germania prevale.
Sono difficili per noi gli anni del dopoguerra,
e qui siamo con il morale a terra.
Io sono una bambina ebrea vittima del razzismo
e in Germania Hitler promuove l’antisemitismo.
Mi chiedo perché non posso più andare a scuola,
e in questi giorni mi sento terribilmente sola.
Nel 1933 in Germania comincia la dittatura,
e con Hitler viene esercitata una totale censura,
tale che moltissime case vengono ispezionate
e in frantumi tutte le vetrine ebree vengono mandate.
Dalla mia casa mi mandano via violentemente
e mi fanno indossare una stella a sei punte obbligatoriamente.
In una casa piccola e brutta vengo portata ,
e da altri ho scoperto che “ghetto” viene chiamata .
Vedo una mia amica tedesca da lontano,
e con un sorriso le tendo la mano,
mi avvicino a lei passeggiando
mentre lei mi dice: “ Vattene infame! “ sputando.
Dopo questo episodio mi sento sconfitta
ed è come se un pugnale mi avesse trafitta..
In un treno colmo di ebrei vengo fatta andare
e in quel momento capisco di non poter più sognare.
Ad Auschwitz siamo tanti, tutti ebrei,
ma anche se non li conosco, li considero fratelli miei..
Dalla mia famiglia vengo separata
e in un campo a lavorare vengo mandata.
Ogni giorno vengo affascinata,
dalla tanta gente che in una torre viene portata,
ma dal suo comignolo escono solo fumo e polvere
e mentre rabbrividisco mi metto a correre.
La mia vita è ormai sommersa nell’oscurità
e qui non posso più esprimere la mia felicità.
e ora sono nel vento abbandonata
perché la mia vita brutalmente è stata spezzata.
Noemi Capra e Federica Ragusa, classe IIIF scuola media JONA