Centoventicinque anni fa nasceva l’industria che ha fatto un pezzo della storia italiana, e il Mauto – Museo Nazionale dell’Automobilem omaggia questo anniversario con una mostra che esplora gli aspetti economici, sociali, industriali: “125 VOLTE FIAT. La modernità attraverso l’immaginario FIAT”.
La mostra, allestita negli spazi al piano terra del Museo, sarà aperta fino al prossimo 4 maggio ed è curata dallo storico dell’arte Giuliano Sergio affiancato dai co-curatori Davide Lorenzone e Ilaria Pani, rispettivamente Conservatore e Responsabile del Centro di Documentazione del MAUTO; Maurizio Torchio, Responsabile Centro Storico Fiat e Roberto Giolito, Head of Heritage Stellantis Italy. Insieme a loro, in qualità di esperti dei rispettivi campi d’indagine e autori dei saggi in catalogo: Clino Trini Castelli, Designer, Maurizio Cilli, Architetto e Artista, Mauro Coppini, Giornalista, Manuel Orazi, Architetto e Roberto Vaccà, Pubblicitario.
Fiat, principale interprete privato della modernizzazione del Paese nel Novecento, è raccontata al Mauto da approfondimenti su arte, cinema, comunicazione, design, architettura, pubblicità, musica e letteratura che, attraverso la potenza evocativa degli oggetti e delle immagini, esplora oltre un secolo di storia e sperimentazioni, non solo in campo automobilistico.
In esposizione si trovano nove vetture rappresentative della storia Fiat: la Eldridge Mefistofele del 1923 che, con la sua silhouette slanciata e la sua mole possente, segna uno dei primi esempi di vettura da record; la 508 Balilla del 1932, compatta ed economica, che rappresenta il passaggio dalla produzione di auto per élite alle masse; la 500 A Topolino del 1936, rivoluzionaria nel design e pensata per offrire una soluzione di mobilità agile e scattante che avrebbe ispirato le city car; la 8V prodotta tra il 1952 e il 1954 per un pubblico esclusivo; la 600 del 1955, caratterizzata da un’architettura semplice ma innovativa e progettata per rendere la vita dell’utente più facile e piacevole; la 124 Abarth del 1973 vettura che incarna l’essenza delle auto da competizione; la X1/23 prototipo del 1974, avanzata concept car elettrica a 2 posti che anticipa il futuro della mobilità sostenibile grazie alla sua propulsione a zero emissioni e al design leggero e ultracompatto; la Panda 30 del 1982, considerata, insieme alla 500, l’utilitaria italiana per eccellenza; la 500 Riva del 2016, un gioiello esclusivo per amanti del lusso dal design ricercato. “Special guest” la Nuova 500 “La Prima” cabrio, rilettura in chiave sostenibile e altamente tecnologica di un’icona senza tempo del design italiano.
Affianca le vetture una vasta selezione di opere d’arte, documenti d’archivio, materiali grafici, fotografici e audiovisivi d’eccezione che contribuiscono a definire l’immaginario visivo dell’azienda, grazie all’importante contributo anche di collezionisti privati: dai manifesti e bozzetti pubblicitari di inizio secolo, opere pittoriche di Mario Sironi, Carlo Carrà e Felice Casorati che offrono una straordinaria rappresentazione della modernità immaginata da Fiat tra le due guerre; disegni di Marcello Dudovich e Giuseppe Romano che portano alla ribalta la figura femminile, protagonista della modernità degli Anni Venti, a una serie di fotografie scattate da Luigi Ghirri a Palazzo Grassi negli Anni Novanta.
E poi documenti – cartacei, audiovisivi e memorabilia – arricchiscono di dettagli questo racconto distribuito in 8 sezioni: Manifesti e Bozzetti; Terra Mare Cielo; Welfare Fiat; Design e Stile; Visioni al futuro; Oltre l’auto; Cinefiat e Pubblicità; Sport e Corse. Anche molti modellini in scala 1:8 del Centro Fiat.
Il programma espositivo prevede anche un ciclo di cinque appuntamenti di incontro e dibattito realizzati in collaborazione con l’Università di Torino e visite guidate con il curatore.
Il Presidente del MAUTO Benedetto Camerana ha dichiarato: “L’anniversario dei 125 anni Fiat è un evento importante per tutti: per l’azienda, per il Mauto, per la città di Torino che conferma la sua centralità nell’industria dell’automotive, e per l’Italia intera. Il Museo propone la sintesi di un sistema di valori, discipline, linguaggi e culture differenti, volendo celebrare il passato ma soprattutto guardando il futuro. Stiamo infatti lavorando alla realizzazione di una nuova sezione museale permanente dedicata al futuro della mobilità, in cui tutti i Centri di ricerca, le aziende e gli atenei parteciperanno per illustrare cosa succederà nei prossimi anni. Ricordiamo anche che tutti i progettisti e gli ingegneri storici Fiat si sono formati al Politecnico di Torino, raccogliendo l’eredità dell’industria metallurgica e militare sabauda”.
Alla presentazione stampa è intervenuto anche Davide Grasso all’indomani della sua nomina a responsabile “global” dell’Heritage del Gruppo Stellantis, portando con sé una bella notizia: la riapertura al pubblico del Museo Storico Fiat entro la fine dell’anno.
C’era una volta, c’è e ci sarà: sono le 125 volte Fiat.
Una risposta
Ehhh una volta …
Ora tutto in mano ai francesi con i loro ridicoli motori trecilindri.