Cerca
Close this search box.
La piazza centrale di Moncalvo
Attualità

2 casi di Covid-19 a Moncalvo: uno è un anziano della Casa di Riposo

Entrambi i soggetti, anziani, sono ricoverati al Santo Spirito di Casale – Ancora una volta in paese si chiede di sapere chi siano i contagiati

A Moncalvo 2 casi accertati di Covid-19

Sono due i casi positivi al Covid-19 accertati nel territorio comunale di Moncalvo. La maggior parte dei moncalvesi l’ha appreso dalla pagina Facebook del Comune di Moncalvo dove l’amministrazione ha pubblicato un breve messaggio: “Buongiorno moncalvesi, scriviamo per comunicarvi che al momento siamo a conoscenza di due casi positivi al Coronavirus sul territorio comunale. Le persone interessate sono ricoverate al Santo Spirito di Casale Monferrato e sono stazionarie. I soggetti con cui sono entrate in contatto si trovano ora in isolamento domiciliare. La situazione è costantemente monitorata e sotto controllo”.

Il messaggio, come prevedibile, ha provocato l’inevitabile pioggia di domande da parte dei cittadini che vogliono sapere chi siano i soggetti trovati positivi al Covid-19 per tentare di capire se abbiano avuto contatti diretti con loro negli ultimi giorni.

Il sindaco, interpellato a riguardo, non ha voluto aggiungere nulla sull’identità dei soggetti positivi al Covid-19, ma nella più piccola città d’Italia è bastato poco per sapere che uno dei due anziani positivi è un degente della Casa di Riposo del paese. L’altro sarebbe un anziano che non vive nel pensionato e che, come il precedente, è già stato portato all’ospedale Santo Spirito di Casale per le cure del caso.

“Ovviamente – spiega il sindaco Christian Orecchia – chi ha avuto contatti con queste persone è già stato avvisato, ma vista la situazione dei soggetti è stato facile risalire ai famigliari o a chi è venuto in contatto con loro così da attivare la procedura di isolamento domiciliare”.

L’appello dell’amministrazione comunale, lanciato anche sulla pagina Facebook, è analogo a quelli che molti altri sindaci lanciano quotidianamente alla popolazione: “Ci appelliamo a tutti i cittadini perché applichino scrupolosamente le misure e i comportamenti di sicurezza. L’attenzione e l’osservazione delle misure di sicurezza dev’essere massima”.

La popolazione chiede maggiori informazioni sui casi

Però, ancora una volta, a Moncalvo come a Portacomaro e in altri paesi dell’Astigiano, dove si sono verificati casi positivi di Covid-19, si pone il problema di un’adeguata comunicazione ai cittadini perché è proprio la mancanza di una linea comune tra tutte le amministrazioni locali, invocata anche dal presidente della Provincia Paolo Lanfranco, a dover essere colmata. E’ giusto che i sindaci, responsabili della salute dei loro concittadini, siano messi nelle condizioni di sapere, in tempo reale, quanti e quali residenti abbiano in quarantena perché positivi al Covid-19, quanti ricoverati negli ospedali ed eventualmente scambiarsi informazioni utili a gestire l’emergenza (contatti tra positivi e parenti che magari vivono in un altro Comune). Poi, va da sé, che i cittadini hanno tutto il diritto di essere informati e non perché lo preveda il diritto di cronaca, ma perché se non si dà loro un minimo di notizie chiare e puntuali sono costretti a cercarle sui gruppi social (il luogo meno attendibile dove reperire informazioni) o attraverso le famigerati catene di messaggi WhatsApp.

I sindaci arrivano prima della Regione

Non è semplice, ma qualcosa dovrà essere fatto e in fretta altrimenti continueremo ad avere bollettini regionali sull’emergenza Coronavirus con determinati numeri di casi positivi e decessi e sindaci che saranno indietro con il calcolo, oppure avanti come successo al sindaco di Asti Maurizio Rasero, ieri sera, quando ha annunciato un nuovo decesso in provincia di Asti per Covid-19, ma ancora assente questa mattina nel bollettino della Regione.

Non è facile, nessuno lo mette in dubbio, ma la comunicazione sull’emergenza sanitaria che stiamo vivendo in questi giorni, soprattutto per quanto riguarda le piccole realtà di paese, non può ridursi a meri “scoop” giornalisti inseguendo voci sui social o raccolte per strada (all’occorrenza si fa anche quello). Non è questo ciò che i cittadini hanno bisogno mentre si chiede loro di stare in casa perché “andrà tutto bene”. Prima lo capiranno le istituzioni, prima si calmerà questo clima da caccia alle streghe, o meglio all’untore, che riporta la mente a tempi non propriamente felici della nostra storia. Comunichiamo bene e tutti ne avranno un beneficio.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link