La protesta è iniziata ancora una volta su Facebook, ma il problema della lista dattesa nella scuola dellinfanzia De Benedetti di via Cecchin è stata oggetto di un incontro tra
La protesta è iniziata ancora una volta su Facebook, ma il problema della lista dattesa nella scuola dellinfanzia De Benedetti di via Cecchin è stata oggetto di un incontro tra lamministrazione comunale e un gruppo di genitori con figli in attesa di sapere se frequenteranno la prima classe il prossimo anno scolastico, oppure se dovranno cercare unalternativa. «Sappiamo che la graduatoria ha raggiunto quota 45 bambini – spiega Alessandro Ferrante, uno dei padri preoccupati per lo stand by venutosi a creare – e questo è, ovviamente, un disagio enorme per chi nel quartiere avrebbe diritto di portare i figli alla De Benedetti, ma non può farlo salvo eventuali defezioni. Sperare che altri rinuncino per avere un servizio non mi sembra un metodo condivisibile soprattutto se si pensa che, San Fedele e San Quirico, sono due quartieri in forte espansione demografica. Il problema si ripresenterà anche in futuro».
La lista dattesa alla De Benedetti dovrebbe diminuire fisiologicamente entro lestate (doppie iscrizioni, rinunce, trasferimenti in altre scuole), ma per lassessore allistruzione Marta Parodi non è del tutto corretto che non ci siano alternative mentre è vero che non ci sono soldi per attivare classi ex novo. «Alla scuola Pascoli, che è ufficialmente una succursale della De Bendetti, abbiamo attivato in passato due sezioni a tempo pieno nelle quali abbiamo invitato i genitori a iscrivere i loro figli. La didattica e il programma seguito sono gli stessi della De Benedetti, – puntualizza lassessore – certo non è la materna a 200 metri da casa e le famiglie avrebbero più strada da fare per portare i bimbi a scuola. La graduatoria, in ogni caso, è gestita dai circoli didattici mentre il Comune gestisce gli spazi concessi alle classi, una volta accertata la copertura delle ore da parte degli insegnanti».
Esiste però un paradosso: «Ci sono quartieri socialmente in crescita con scuole sature – continua lassessore – ma abbiamo anche scuole decisamente più vuote. Quindi sarebbe interessante rivedere qualcosa nella gestione complessiva degli istituti, un progetto su cui vorremmo lavorare». Infine una battuta sulla Buona Scuola, la riforma renziana che tanto sta facendo discutere tra i docenti: «Se la Buona Scuola si traducesse in effettivi soldini per ledilizia scolastica – aggiunge lassessore – forse qualcosa risolveremmo».
Riccardo Santagati