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Battaglia di Roccavione
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Ricorrenza

750 anni fa la vittoria di Asti, nella battaglia di Roccavione, che fermò il Re di Sicilia Carlo I d’Angiò

Oggi, 10 novembre, si celebrano i 750 anni dallo scontro armato che nel 1275 vide l’esercito antiangioino astigiano sconfiggere le truppe di Carlo I d’Angiò, re di Sicilia

Oggi, 10 novembre, si celebrano i 750 anni dalla battaglia di Roccavione, uno scontro che nel 1275 vide l’esercito antiangioino guidato da Asti sconfiggere le truppe di Carlo I d’Angiò, re di Sicilia, uno dei sovrani più potenti d’Europa. Si tratta di una data importante che, in maniera simbolica, chiude le commemorazioni storiche collegate alla ricorrenza dei 750 anni dal primo Palio di Asti di cui abbiamo fonti certe. Un “Palio di guerra” – com’è stato definito da Luca Campini, storico medievista astigiano – disputato davanti alle mura della città di Alba, alleata dell’Angiò, il 10 agosto di quell’anno, che fu sconfitta militarmente appena tre mesi prima della battaglia di Roccavione.

A rievocare la portata dell’evento è lo stesso Campini che, prossimamente, pubblicherà un volume dove racconterà la guerra tra Asti e Carlo d’Angiò, compresi numerosi dettagli della battaglia. Campini conferma che si tratta di «un fatto molto importante per la storia locale, ma oggi quasi dimenticato; uno scontro poco conosciuto ai più, ma per nulla secondario». La battaglia di Roccavione fu il culmine di una campagna militare intrapresa dagli astigiani nell’estate del 1275, che vide l’attacco in forze ai territori angioini nel sud del Piemonte al fine di scardinare una volta per tutte le maglie del potere regio e che, al suo termine, portò all’umiliazione di Alba, principale sostenitrice degli angioini e acerrima nemica di Asti.

«La guerra contro Carlo d’Angiò non fu ovviamente né la prima né l’ultima combattuta dagli astigiani, ma va rimarcato che fu senza alcun dubbio la sfida più difficile, dall’esito incerto, intrapresa da Asti per la conservazione delle libertà comunali» ricorda Campini. Il siniscalco di Lombardia, Philippe de Gonesse, quell’estate fu obbligato a ritirarsi a Cuneo, l’ultima roccaforte angioina nel Piemonte, ma venne incalzato dagli astigiani e dai loro alleati e, rimasto bloccato, costretto ad accettare battaglia a Roccavione ai piedi delle Alpi. Sebbene i dettagli dello scontro siano ignoti, le fonti storiche, su tutte il Memoriale venturiano, testimoniano che l’esercito angioino subì una disastrosa sconfitta. Più di 140 cavalieri angioini persero la vita, e molti altri, compreso Ferry de Saint-Amand maresciallo della cavalleria, furono catturati e imprigionati ad Asti per lungo tempo.

La vittoria astigiana ebbe conseguenze decisive per l’Italia nord-occidentale, segnò la fine della prima dominazione angioina nella regione dando inizio all’apice dell’autorevolezza di Asti che durò per circa un ventennio. Da quel 10 novembre 1275, passarono quasi quarant’anni prima che gli angioini potessero tornare sul territorio astigiano. «Per Asti, l’impatto fu importantissimo, poiché la battaglia ha rappresentato un bivio nella nostra storia: – rimarca Campini – si era giunti alla resa dei conti e quella vittoria spezzò definitivamente la pressione delle forze angioine evitando la concreta possibilità della caduta della nostra città in mano a Carlo d’Angiò. L’unica, nonostante svariati tentativi, a non essersi mai piegata alla sua volontà».

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