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Attualità

Scuola, graduatorie di istituto:
ecco la via di uscita

Una soluzione "tampone" per garantire la copertura delle cattedre vacanti fin dai primi giorni di scuola. E' quella scelta per risolvere il problema che ha interessato quest'anno le

Una soluzione "tampone" per garantire la copertura delle cattedre vacanti fin dai primi giorni di scuola. E' quella scelta per risolvere il problema che ha interessato quest'anno le graduatorie di istituto, caratterizzate da una "pioggia" di ricorsi. Sono, queste, graduatorie legate ad una determinata scuola, costituite da docenti precari disponibili ad effettuare supplenze temporanee e per brevi periodi.

Quest'anno anche questo tipo di graduatoria è stata rinnovata in tutta Italia, dando la possibilità, a chi ne fa parte, di aggiornare i punteggi. Il problema è che molti docenti hanno hanno lamentato errori e imprecisioni nella pubblicazione delle graduatorie aggiornate e, ritenendo di essere stati penalizzati, hanno presentato numerosi ricorsi, che hanno impedito la pubblicazione delle graduatorie aggiornate in stato "definitivo". E, quindi, la nomina degli insegnanti supplenti fino al 30 giugno per i posti vacanti (varie materie e posti di sostegno).

Quale la strada intrapresa per risolvere il problema, allora? «Le scuole hanno tempo fino al 22 settembre per esaminare i ricorsi – afferma Alessandro Militerno, direttore dell'Ufficio scolastico provinciale – ma, siccome l'avvio dell'anno scolastico è avvenuto ufficialmente lunedì, i dirigenti scolastici utilizzeranno temporaneamente le vecchie graduatorie (ante aggiornamento). Ciò significa che, per garantire la copertura dei posti vacanti (una minima percentuale, in realtà), le scuole faranno ai docenti così selezionati un contratto provvisorio, valido fino a quando verranno stilate le graduatorie aggiornate e corrette, validate dal Ministero dell'Istruzione. A questo punto verranno effettuate le nomine definitive, con cui si sceglieranno i supplenti "in carica" fino al 30 giugno. Supplenti che, ovviamente, potrebbero non coincidere con i docenti che hanno insegnato i primi giorni di scuola».

e.f.

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