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Commemorazione in memora di Manganiello
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A 42° anni dall’omicidio di Fiorentino Manganiello l’Anps di Asti lo commemora insieme ai colleghi poliziotti

Prima alle Poste centrali di corso Dante, dove morì durante una violenta rapina, poi sulla rotonda che gli è stata intitolata pochi mesi fa

Si è svolta sabato 15 novembre, ad Asti, una cerimonia per ricordare l’agente di polizia Fiorentino Manganiello nel 42° anniversario della sua tragica scomparsa. Le celebrazioni, guidate dal presidente della sezione astigiana dell’Anps, Salvatore Faita, hanno rinnovato l’impegno per la memoria e il dovere verso le nuove generazioni di poliziotti. La giornata commemorativa, a cui ha partecipato anche il questore di Asti, Marina Di Donato, ha preso il via davanti alle Poste centrali di corso Dante, l’esatto punto in cui la vita di Manganiello fu spezzata il 15 novembre 1983 da un ignoto rapinatore. Per l’Anps, come evidenziato da Faita, quel luogo non è solo un punto della città, ma una «ferita che non si chiude e il simbolo di un sacrificio che continua a chiedere memoria».

L’Anps ha voluto fortemente partecipare al ricordo anche in uno spazio dedicato dall’amministrazione comunale, un angolo della città che porterà per sempre il nome di Manganiello. Si tratta della rotonda all’incrocio tra via Conte Verde e corso XXV Aprile, a pochi decine di metri dalla questura. «Qualcuno potrà dire che è solo una rotonda – ha rimarcato Faita nel suo intervento – Ma ogni persona che passerà di qui, anche solo per un istante, potrà chiedersi: chi era Fiorentino Manganiello?
E così, ancora una volta, Fiorentino vivrà».

Le celebrazioni di sabato sono state fatte dopo un’altra importante commemorazione svoltasi a Nizza Monferrato, dove, insieme alle autorità, alle associazioni e ai famigliari, è stato ricordato anche il sottotenente dei Carabinieri Giovanni Cavallaro caduto a Nassiriya nell’attentato terroristico del 2003. Il presidente Faita ha offerto una riflessione personale sulla storia e sul ruolo dei servitori dello Stato e, pur ricordando che negli anni ’70 i poliziotti venivano definiti “carne da macello,” ha citato Pier Paolo Pasolini, che li ricordava come “figli del popolo”.

«Oggi, forse, le cose sono cambiate in meglio – ha concluso Faita – Ma una cosa resta immutata: siamo e saremo sempre figli del popolo, nati per stare in mezzo alla gente, per proteggerla, per difenderla, anche quando questo significa rischiare tutto. E ora, come abbiamo fatto a Nizza per le vittime di Nassiriya, voglio stringere idealmente la mano a Fiorentino. Voglio dirgli che non lo abbiamo dimenticato, che non lo dimenticheremo mai, e che ogni nostro gesto, ogni nostra presenza qui, è un piccolo atto d’amore verso di lui».

[nelle foto alcuni momenti della commemorazione di Fiorentino Manganiello]

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